Lidia Bastianich al convegno su “l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani verso il 58° bene italiano nella Lista Unesco”

Sollecitare l’Unesco a ottenere per l’Italia il 58° Bene tutelato (il Belpaese conta già 51 siti materiali e 6 beni immateriali riconosciuti) e il 9° in Campania.

Se ne parlerà mercoledì 2 settembre al convegno “L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani: verso il 58° bene italiano nella Lista Unesco” che si terrà al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN) in via dei Mille 60 dalle ore 10.00.

L’incontro rientra tra le iniziative di #pizzaUnesco ideate per rilanciare la raccolta firme mondiale a sostegno della candidatura italiana, inserite nel più ampio calendario di eventi del “Napoli Pizza Village” 2015. Tra queste, giovedì 3 settembre, la presentazione del volume “#pizzaUnesco orgoglio italiano” (a cura di Massimo Boddi, con introduzione di Alfonso Pecoraro Scanio, Aracne ed., 2015).

Dalla petizione per chiedere alla Commissione italiana Unesco di candidare — nell’anno dell’Expo di Milano — la tradizionale arte napoletana alla World Petition indirizzata alla Direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova per sollecitarne l’iscrizione nella lista dei patrimoni da tutelare. Punto di partenza al convegno sarà proprio l’esperienza del primo anno della petizione e della campagna #pizzaUnesco. Dopo decine di iniziative a livello planetario, 200 personalità italiane e nel mondo divenute ambassador della petizione e 300.000 sottoscrizioni raggiunte, il 26 marzo scorso è stata conquistata la prima vittoria: l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani è oggi la candidatura ufficiale dell’Italia a Patrimonio culturale immateriale. Un successo oltre le attese per l’iniziativa lanciata nel settembre 2014 da Alfonso Pecoraro Scanio su Change.org e presentata proprio sul palco del passato “Pizza Village”.

«Nel mese di marzo abbiamo vinto la prima battaglia superando concorrenze e diffidenze, e siamo subito ripartiti con la World Petition lanciata ad Expo e a New York, anche con il sostegno della nostra rappresentanza all’ONU – commenta Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde – Il nostro obiettivo è di arrivare entro novembre 2016 a un milione di firme per l’arte dei pizzaiuoli napoletani Patrimonio immateriale dell’Umanità, quando, molto probabilmente, l’Unesco sarà chiamata a decidere». Sostenitori della prima ora dell’iniziativa del già Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente sono l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e lo stesso Pizza Village, cui è seguito il forte impegno della Coldiretti. A loro, nella cavalcata lunga un anno, si sono poi aggiunti tantissimi pizzaioli, in Italia e nel mondo, e ancora Rossopomodoro, Associazione Verace Pizza Napoletana, Molino Caputo, Salvatore Cuomo con le sue pizzerie in Giappone e in Asia, l’Associazione dei Pizzaioli di Tramonti, Napolimania, Eccellenze Campane e tante altre realtà che hanno abbracciato con passione questa campagna.

Da parte sua, Jimmy Ghione — che di #pizzaUnesco è il testimonial — ricorda come «il successo popolare della petizione è merito di questo gruppo che si è dato da fare fin dal primo momento. Bisogna ringraziare Alfonso Pecoraro Scanio che ha preso veramente a cuore questa battaglia, trasmettendo a tutti noi la voglia di far conoscere ancora di più nel mondo quest’arte napoletana».

Così, dopo il Centro storico di Napoli (1995), la Reggia di Caserta (1997), le Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata (1997), la Costiera Amalfitana (1997), il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula (1998), la Dieta mediterranea con la Comunità emblematica di Pollica (2010), i Longobardi in Italia con il Complesso di Santa Sofia di Benevento (2011), la Rete delle grandi macchine a spalla italiane – Festa dei Gigli di Nola (2013) l’attesa è tutta per l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani come 9° Bene in Campania. Proprio per creare un primo gemellaggio ideale con uno dei siti tutelati più celebri al mondo, al convegno del 2 settembre parteciperanno anche il Sindaco della città di Pompei e il Soprintendente dell’area archeologica. L’intento è quello di creare una unione simbolica tra i patrimoni regionali già recensiti dall’Unesco e la nuova candidatura, contribuendo a dare continuità, conoscenza e promozione alle espressioni storiche, culturali e tradizionali campane.

Di questa prospettiva, insieme ad Alfonso Pecoraro Scanio e all’ospite Lidia Bastianich (cuoca, scrittrice, giudice di Junior MasterChef Italia 2015), ne discuteranno al convegno: Simona Vicari (Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo economico); Pasquale Giuditta (Dirigente presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali); Gennaro Masiello (Vicepresidente nazionale Coldiretti); Amedeo Lepore (Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania); Enrico Panini (Assessore al Lavoro e Attività produttive del Comune di Napoli); Nino Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli); Ferdinando Uliano (Sindaco di Pompei); Massimo Osanna (Soprintendente dell’area archeologica di Pompei); Sergio Miccù (Presidente Associazione Pizzaiuoli Napoletani); Antonio Pace (Presidente Associazione Verace Pizza Napoletana). I saluti iniziali saranno affidati a Gaetano Manfredi, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ad illustrare alcune buone pratiche nella diffusione della tradizionale preparazione della pizza napoletana, interverranno con testimonianze: Antimo Caputo (Amministratore delegato di Molino Caputo); Franco Manna (Fondatore e Presidente di Rossopomodoro); Salvatore Cuomo (Ambasciatore e pioniere della pizza napoletana in Asia). Moderatore dell’incontro sarà il Direttore responsabile dell’ANSA, Luigi Contu.

Nel corso del convegno verranno attivati i primi collegamenti video dalle pizzerie del mondo impegnate nella raccolta firme, da Tokyo, Shangai, Seul, Taipei, Sidney, Ryad, San Paolo, Reykjavik. Collegamenti che proseguiranno dal 2 al 6 settembre con appuntamento fisso sul palco centrale del Pizza Village, 15 minuti prima e subito dopo i concerti serali.