Scandalo Italcarni: dipendenti ammettono maltrattamenti agli animali

Chiusa l’udienza preliminare dei dipendenti di Italcarni (Brescia), che ammettono le sevizie infliette agli animali.

Si è chiusa ieri, con la richiesta di patteggiamento da parte di B.F, M.A. e H.N., l’udienza preliminare svoltasi presso il Tribunale di Brescia, e con richiesta di rito abbreviato da parte degli imputati M.P. e G.B., veterinari della ASL di Brescia.

I dipendenti del macello hanno quindi ammesso le sevizie inflitte agli animali che arrivavano presso la struttura in gravi condizioni, mentre per i veterinari della Asl bisognerà attendere il 22 aprile prossimo, nella cui udienza si deciderà della loro colpevolezza.

“La piena ammissione di colpa dei dipendenti conferma una prassi reiterata all’interno della struttura, di cui i veterinari non possono dirsi estranei – commenta Roberto Bennati, vicepresidente LAV – la richiesta dei due imputati di un parere, a loro difesa, del dottor Varisco dell’IZS di Brescia, rispetto alla salubrità delle carni, ci lascia quantomeno perplessi, considerando che è già disponibile il parere dell’Istituto Zooprofilattico di Torino e di Portici che conferma una elevatissima carica batteriologica, fino a 50 volte superiore al consentito”.

L’IZS di Brescia, inoltre, ha sempre sostenuto la regolarità delle condizioni degli animali di Green Hill: pareri ampiamente sconfessati dalle prove e da quanto emerso durante le udienze del processo Green Hill.

La LAV, ammessa parte civile, rivolge infine un appello al Direttore sanitario della Asl di Brescia, dottor Vassallo:

“ora che il proprietario e i dipendenti hanno ammesso i reati di maltrattamento, la ASL invece di riaprire la struttura disponga l’immediata chiusura ai sensi della normativa europea, dimostrando discontinuità dalle condotte poste in essere finora e rese possibili dai veterinari”.