Tokelau: l'unica isola alimentata solo da energia solare

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L’isola neozelandese di Tokelau è la prima al mondo a soddisfare con energia solare il 100% del fabbisogno energetico nazionale.

Tre impianti fotovoltaici permettono all’isola neozelandese di dipendere esclusivamente dal sole, una sfida iniziata nel 2004 che ha pienamente centrato l’obiettivo.

Non solo mare. Tokelau territorio della Nuova Zelanda formato da tre atolli corallini tropicali, è da poco diventata la prima isola in assoluto a dipendere esclusivamente da energia solare. Le linea guida fissate nel National Energy Policy and Strategic Action Plan (Nepsap) hanno portato  in pochi anni alla realizzazione di un investimento costato 7,5 milioni di dollari al ministero neozelandese degli Affari Esteri e del Commercio. Del resto su un recente report energetico si legge “non si riscontrano ragioni tecniche che impediscono a Tokelau di produrre energia basandosi esclusivamente su fotovoltaico”.

Soluzioni energetiche. Come fornire ai 1500 abitanti che vivono sui 12 chilometri quadrati dell’isola solo green energy per evitare il consumo di oltre 2 mila barili di benzina all’anno? La risposta va trovata nell’installazione di 4032 moduli fotovoltaici, 392 inverter e 1344 batterie che hanno permesso agli isolani di abbandonare il ricorso ai vecchi e inquinanti generatori diesel. La società incaricata di realizzare il progetto, la PowerSmart Solar, ha distribuito l’impianto sui tre atolli  – Atafu, Nukunonu, Fakaofo –  che forniscono il 150% dell’energia elettrica. E nei giorni di prolungata copertura nuvolosa sono i generatori che funzionano a base di olio di cocco locale a soddisfare il fabbisogno energetico.

Punti a favore. In occasione dell’avvio del primo impianto fotovoltaico nelle parole del Ministro degli affari esteri Murray McCully si rintracciano tutti i vantaggi derivanti dal cambio di rotta energetico. Il superamento della dipendenza da combustibili fossili ha  implicato l’annullamento delle spese per il carburante tradizionale. Prima della partenza del progetto ogni giorno a Fakaofo si utilizzavano 260 litri di petrolio, 210 a Nukunonu e 276 ad Atafu, per un costo annuo di milione di dollari. Una cifra non da poco per una nazione che ha un bilancio statale di 2,8 milioni di dollari, con un potere d’acquisto procapite pari a mille dollari.

È tutto green. Con l’impianto fotovoltaico si evitano eventuali pericolose fuoriuscite di greggio che potrebbero impattare pesantemente sia sugli ecosistemi circostanti, sia sul turismo dell’isola con forti ripercussioni economiche. Della serie meglio investire in rinnovabili che spendere soldi successivamente per cercare di riparare danni da inquinamento ambientale. Corrente di pensiero che forse dovrebbero tenere presente i fautori delle nuove tecnologie in grado di trivellare l’Artico. Quella di Tokelau è una bella storia, un modello riproponibile in tutti i piccoli territori di comunità che potrebbero impiegare risorse per lo sviluppo in questo senso e interrompere la propria dipendenza dai combustibili fossili.

Anna Simone