Il Senato indaga sulla Terra dei fuochi: accertare nesso tra tumori e rifiuti

Mappa della Terra dei fuochi (Fonte laterradeifuochi.it)
Mappa della Terra dei fuochi (Fonte laterradeifuochi.it)

La commissione Sanità del Senato apre un’inchiesta sulla Terra dei fuochi ed indagherà sugli illeciti con il supporto di medici per l’ambiente, oncologici ed autorevoli ambientalisti. Da domani, 10 settembre 2013, prenderanno il via audizioni in Senato e sopralluoghi aventi come argomento il territorio campano – dal versante vesuviano sino al casertano – oggetto di sversamenti di rifiuti altamente tossici da parte della criminalità organizzata.

Il rapporto oncologico. Un rapporto dell’istituto Pascale di Napoli del luglio 2012, ha evidenziato come l’inquinamento ambientale sia direttamente correlato alla diffusione dei tumori nell’area della “Terra dei fuochi”. Dal 1998 tra la provincia di Napoli e di Caserta, la percentuale dei casi di tumore è aumentata fino al 47%. Il dossier ha evidenziato che la crescita dei malati oncologici in quelle zone, và di pari passo con la proliferazione dei roghi tossici e dei fumi liberati nell’aria dai rifiuti arsi, causando l’aumento di tumori stimabile in una percentuale del 28,4% negli uomini e del 32,7% tra le donne.

La Commissione sulla “bomba Campania”. Finalmente, da domani, avrà inizio in commissione Sanità del Senato un’audizione durante la quale saranno ascoltati autorevoli medici per l’ambiente, oncologi ed esperti del territorio per valutare la situazione dell’ampia fetta del territorio campano. A Palazzo Madama prenderanno parte: i vertici dell’Istituto Pascale, i rappresentanti dell’Istituto di oncologia sperimentale Salvatore, ), i manager delle Asl, rappresentanti della struttura commissariale (guidata dal governatore della Regione Campania Stefano Caldoro e dal vice Mario Morlacco), dirigenti e funzionari dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute accompagnati dalle associazioni ambientaliste Legambiente e Wwf.

Gli studi di oggi non bastano. Tra le attività programmate dal Senato, anche una serie di sopralluoghi sui territori maggiormente a rischio della regione Campania, finalizzati all’acquisizione di dati e informazioni utili ai fini dell’inchiesta. L’obiettivo sarà di stabilire una volta per tutte se esiste una correlazione diretta tra l’aumento del tasso di malattie oncologiche e lo occultamento di rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata ed i focolai di fumi avvelenati. Gli studi, le denunce, le confessioni e le documentazioni presentate sino ad oggi, infatti, non sono sufficienti a dimostrare tale correlazione scientifica ed è stato necessario incaricare una commissione statale ad hoc.

I rischi maggiori. Le aree di maggiore rischio sono l’area sud della Terra di Lavoro, la zona nord-est dell’hinterland partenopeo e un’ampia parte dell’ex Asl Napoli 5. Le malattie che hanno registrato i picchi maggiori sono principalmente tumori – allo stomaco, al rene, al fegato, alla trachea, ai bronchi, ai polmoni, alla pleura e alla vescica – ma anche genetici come malformazioni e difetti congeniti.

In città si muore di meno. I senatori relatori Maurizio Romani (M5S) e Lucio Romano (Scelta civica), commentando la relazione, hanno evidenziato una situazione paradossale in Campania: chi vive in città si ammala meno di chi vive in campagna. I dati dimostrano che il fenomeno dello sversamento è più frequente nelle campagne isolate e meno controllate rispetto alle aree urbanizzate: “Un’elevata incidenza di tumori e malformazioni neonatali si registra nelle aree demaniali (anche archeologiche), rurali e agricole; una minore incidenza nelle aree a maggiore urbanizzazione, prive di spazi verdi e pertinenze demaniali dove poter sversare clandestinamente rifiuti tossici”.

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