Corsi abusivi per patenti nautiche e pubblicità online: associazioni no profit nel mirino della Finanza

Circa un terzo delle pubblicità online irregolari ed una decina di associazioni no profit che sponsorizzano illegalmente corsi per il conseguimento delle patenti nautiche nel mirino delle Fiamme Gialle.

Sono le cifre che emergono dall’analisi della Confarca (Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici) sul mercato del conseguimento delle patenti nautiche nella città di Milano e nel suo hinterland, per denunciare le gravi violazioni di alcune associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro che, con la compiacenza di scuole nautiche autorizzate della Liguria, organizzano corsi senza la benché minima autorizzazione e pubblicizzano le proprie offerte sul web attraverso campagne di marketing online e coupon promozionali.

Un fenomeno, già segnalato attraverso un esposto ai comandi provinciali della Guardia di Finanza di Milano, di Genova e di La Spezia, nonché alla Procura del capoluogo lombardo, che sarà al centro dell’incontro previsto per venerdì 23 gennaio alle ore 10, presso la ex sede della Provincia di Milano, in via Vivaio 1, e a cui parteciperanno il segretario nazionale della sezione Nautica della Confarca, Adolfo D’Angelo, il responsabile provinciale dell’associazione di categoria, Marco Morana, il dirigente della Motorizzazione Civile, Paolo Nucera, ed il responsabile dell’ufficio Vigilanza delle Scuole nautiche della Provincia di Milano, l’ingegner Mario Alessandro Belloni.

L’associazione di categoria auspica misure urgenti per far fronte ad un fenomeno illegale che colpisce le 20 scuole nautiche regolari presenti sul territorio e per poter stanare sia le associazioni che operano illegalmente, sia le pubblicità ingannevoli presenti in Rete.

“Tale fenomeno ha provocato, ad oggi, una turbativa del mercato locale a discapito delle scuole nautiche autorizzate di Milano e provincia – sottolinea D’Angelo – nonché l’idea, per l’opinione pubblica locale, che la patente nautica possa essere conseguita in qualsiasi struttura, seppur non munita dei dovuti requisiti”.

Una volta venduto il corso per patente nautica, le associazioni non autorizzate indirizzerebbero i propri clienti, spesso ignari delle normative vigenti, in locali o barche “non consoni alla didattica nautica, privi di ogni adempimento in termini d’igiene e sicurezza secondo la Legge vigente, come, invece, sono sottoposte le Scuole Nautiche Autorizzate d’Italia” prosegue D’Angelo: “Ci chiediamo se tutti questi introiti siano correttamente dichiarati in quanto alla loro natura o vadano a finire, come spesso accade, in partite fiscali illegittime”.

“Tutte queste associazioni, inoltre, non potendo presentare le istanze dei loro allievi direttamente alla Capitaneria di Porto competente o all’Ufficio Motorizzazione Civile di zona, poiché non riconosciute dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione – conclude D’Angelo – si servono di compiacenti scuole nautiche autorizzate che, dichiarando il falso, hanno istaurato un solido ed illegale un rapporto di collaborazione”.