Dopo Fukushima in Giappone ritorna il nucleare

Come si suol dire è vero il detto che non si impara mai dal passato, così con l’approssimarsi dell’estate ed il conseguente aumento di consumo di energia, il governo Giapponese ha deciso di promuovere un piano di studio che prevede la possibilità di riavviare i reattori nucleari della centrale Oi nella provincia di Fukui.

Ad esprimere i maggiori timori per la situazione energetica giapponese nei mesi estivi, è il ministro dell’Industria Edano che teme la possibilità di una mancanza rilevante di fornitura elettrica poichè, dopo la tragedia  di Fukushima, dei 54 reattori nucleari in funzione ne è rimasto attivo solo uno.

La centrale di Oi è stata la prima a superare tutte le prove tecniche di resistenza che accertano la sicurezza dei suoi reattori in caso di catastrofe ambientale e, nell’ultima settimana, il governo è tornato a studiare le condizioni dell’impianto.

Oltre al superamento delle prove di resistenza, i reattori 3 e 4, prima di rientrare in fuzione, devono ottenere un visto dall’autorità regionale, ed è per questo che il ministro dell’Industria da oggi ha iniziato un tour nella regione Fukui per convincere le amministrazioni locali della necessità della riapertura della centrale che apporterà 2,36 milioni di kilowatt in più al paese.

Nonostante il beneplacito del ministero, si spera che le province di Shiga e Kioto si oppongano alla richiesta di riattivazione come già anticipato dai rispettivi governatori.

Prima del disastro di Fukushima il Giappone dipendeva per il 30 % dalla produzione di energia atomica, attualmente l’unico reattore attivo in Giappone è il numero 3 della centrale Tomari che, il 5 maggio, verrà chiuso e sottoposto a revisione ed ai test di sicurezza, lasciando il paese, per la prima volta, senza energia nucleare.