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Bioenergie dagli scarti di Grana e Parmigiano

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Dalla prossima primavera a Borgoforte nel modenese, sarà attivo un impianto a biomasse alimentato dagli scarti di produzione di Grana padano e Parmigiano reggiano, con una produzione di energia pulita pari a 7mln e 800 mila kWh/anno.

L’ Accordo di programma è stato siglato in Regione Lombardia lo scorso agosto tra l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Mantova Maurizio Castelli e il sindaco del Comune di Borgoforte Giancarlo Froni.

“Si tratta di un progetto all’avanguardia, che coinvolge una delle zone agricole più produttive della Lombardia – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi, presente all’incontro – una delle poche aree dove vengono prodotti sia il Parmigiano reggiano sia il Grana padano, eccellenze di un territorio che abbiamo il dovere e l’orgoglio di sostenere, anche a fronte del terremoto, di cui è stato vittima pochi mesi fa”.

Nel comune di Borgoforte sorgerà quindi un impianto elettrico alimentato dai biogas emanati dai prodotti di scarto di circa 15 aziende operanti nei settori caseario, dell’allevamento e dell’estrazione dello zucchero. La bioenergia dell’impianto sarà costituita da reflui zootecnici, sottoprodotti agricoli, biomasse vegetali, melasso (sottoprodotto della lavorazione della barbabietola da zucchero) e liquami che saranno trasportati a destinazione in parte su gomma e in parte con attraverso delle tubazioni interrate con conseguente diminuzione del traffico su strada. In totale, per l’impianto, la Regione Lombardia ha investito circa 3 mln di euro a fronte di una produzione annua di 7.800.000 kWh che saranno fatti confluire nella rete di trasmissione nazionale.

“Il progetto di sperimentazione che verrà avviato a Borgoforte unisce innovazione tecnologica, energie rinnovabili, qualità dell’aria e risparmio economico: elementi chiave della politica ambientale di Regione Lombardia” ha dichiarato l’assessore Raimondi.

Con la realizzazione dell’impianto, infatti, i benefici non saranno solo di carattere energetico dovuti alla nascita di una centrale di energia pulita, ma anche e soprattutto economici perché i produttori della zona non dovranno più ricercare aree per lo smaltimento degli scarti di produzione. Inoltre sarà notevole la diminuzione dei gas serra che invece sarebbero sprigionati dall’energia tradizionale e si riscontrerà, inoltre, la diminuzione del 90% delle emissioni di azoto grazie al trattamento nitro-denitro dei liquami zootecnici.