La riqualificazione edilizia potrebbe generare 600 mila posti di lavoro

Fillea Cgil e Legambiente propongono un nuovo modello per superare la crisi del settore edilizio delle costruzioni e, nel corso del SAIE di Bologna, presenteranno il primo rapporto congiunto “Costruire il futuro” con un’ampia analisi della situazione dell’edilizia sul territorio e degli strumenti che in molti casi Regioni, Province e Comuni, hanno messo in campo per introdurre nuovi criteri energetici e ambientali.

Si tratta di 11 milioni di edifici ad uso residenziale per 28 milioni di abitazioni che necessitano di una gestione strategica nazionale di recupero e rinnovamento del patrimonio edilizio attraverso una serie di proposte progettuali utili alla messa in sicurezza degli edifici in chiave eco-sostenibile ed energicamente efficienti. I dati forniti da Fillea Cgil e Legambiente parlano chiaro: oltre 2 milioni di abitazioni risultano vuote, 6 milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 3 milioni di persone abitano in zone ad alto rischio sismico. La gran parte del patrimonio edilizio esistente è mal costituito e gode di un pessimo isolamento termico che pesa sempre più sulle tasche dei residenti nella misura del + 52% in 10 anni.

Oggi possiamo uscire da questa drammatica situazione puntando su due obiettivi: l’innovazione, perché c’è bisogno di una profonda trasformazione delle pratiche progettuali e costruttive, tale da ridurre consumi e bollette delle famiglie, e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio – ha dichiarato in una nota Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – Se consideriamo che il 60% degli edifici a prevalente uso residenziale è stato realizzato prima dell’introduzione della legge antisismica (1974), si comprende la dimensione del rischio”.

La proposta, infatti, è di puntare su ammodernamento strutturale sostenibile, così come previsto dalle direttive europee 20-20-20, e innovazione tecnologia per la messa in sicurezza degli edifici, consentendo così di migliorare ciò che già esiste e creare nuovi posti di lavoro duraturi e qualificati. Nel dettaglio Fillea e Legambiente hanno individuato 6 aree di intervento su cui concentrare gli sforzi per sostenere l’economia sostenibile delle costruzioni:

  1. una regia nazionale sulla innovazione energetica in edilizia
  2. nuovi standard energetici per gli edifici di nuova costruzione
  3. riqualificazione del patrimonio edilizio
  4. riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico
  5. riduzione del prelievo di materiali da cava e incremento degli inerti riciclati
  6. la messa in sicurezza del patrimonio edilizio.

Puntare su edilizia sostenibile, efficienza energetica, rinnovabili e certificazione energetica significa generare un innalzamento della qualità della vita dei cittadini e ad un aumento dell’occupazione pari a 600 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 10 anni. “In questi anni in Italia sono spariti 500mila posti di lavoro nell’intero settore delle costruzioni, la metà direttamente nel comparto dell’edilizia: dovuto soprattutto alla crisi di un modello industriale vecchio ed obsoleto – ha dichiarato Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil – Per questo la crisi delle costruzioni in Italia è più forte che in altri paesi. Chi ha saputo per tempo intervenire sui modelli industriali ed innovarli nella direzione della sostenibilità si è difeso meglio dalla crisi”.