Tabarelli: i comitati no trivelle impediscono lo sviluppo del petrolio in Italia, bloccando le assunzioni

Replica del coordinamento dei movimenti ‘No Triv Mediterraneo’ al presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, che nei giorni scorsi – in una conversazione con l’ANSA – aveva puntato il dito contro i comitati ‘No Trivelle’ che impediscono lo sviluppo della produzione di petrolio e gas in Italia, bloccando investimenti e migliaia di assunzioni e maggiori entrate per lo Stato sulla base di ”timori poco fondati”.

Definendo le espressioni utilizzate dal presidente di Nomisma energia ”inopportune e in grado di ledere l’immagine delle associazioni e dei comitati che intendono promuovere la protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini”, il portavoce del coordinamento di comitati di cittadini di Basilicata, Puglia e Calabria, Giovanna Bellizzi, che è anche avvocato, esprime ”l’intenzione di valutare l’opportunità di promuovere azioni legali contro Tabarelli”.

Bellizzi giudica ”ardita” l’ipotesi avanzata da Tabarelli di ”prevedere sanzioni per le regioni che ostacolano lo sfruttamento di una risorsa che appartiene a tutti i cittadini” e su Nomisma Energia dice che è ”una società che tra l’altro, individua nuove aree di business, strategie di marketing, promuove la negoziazione e la conclusione di contratti di approvvigionamento (inclusa l’importazione) e vendita di gas naturale e di altri combustibili”. E ancora, osserva la portavoce di ‘No Triv Mediterraneo’, ”la società definisce anche le strategie di comunicazione verso istituzioni, investitori e comunità territoriali in relazione a iniziative e infrastrutture energetiche”.

Secondo Bellizzi, le dichiarazioni di Tabarelli, ”oltre ad essere temerarie, sono anche di parte in quanto la sua società persegue il business economico del gas naturale e di altri combustibili”. Parlando della Basilicata, la portavoce di ‘No Triv Mediterraneo’ spiega che ”è terra di conquista per le compagnie petrolifere e per tutte le società di servizi che traggono profitto e lavoro da chi sfrutta il territorio” e quindi ”corre un grave rischio. Gli interessi sono enormi e tali da indurre anche ad elaborare strategie di comunicazione particolarmente aggressive come quelle capaci di Tabarelli che arriva al punto di parlare di ‘ostacoli ambientali”’ senza tener conto del ”diritto di ciascun cittadino di vivere in un ambiente sano e salubre e di poter bere acqua potabile”.

Bellizzi ricorda che ”in Italia vi sono numerose leggi che proteggono l’ambiente e altrettante che puniscono severamente chi inquina, e che le istituzioni non possono lasciarsi intimorire da grossolane minacce di sanzioni economiche. Il rischio non è certo l’applicazione rigorosa delle leggi ma per chi amministra il bene comune vi è obbligo imprescindibile di tutelare l’ambiente attraverso l’applicazione del principio di precauzione vietando tutte quelle attività industriali che possono danneggiarla”.
(ANSA)