Delfini

Delfini maltrattati: "sono stati addestrati attraverso la deprivazione alimentare"

“Accogliamo con soddisfazione la decisione della Procura della Repubblica di Rimini di effettuare il sequestro preventivo dei quattro delfini del Delfinario di Rimini. Il nostro plauso va al Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, le cui indagini hanno portato a questo importante risultato. Per noi è solo l’inizio”.

Questo il commento di LAV, Marevivo e Enpa alla notizia, resa pubblica nella tarda serata di ieri, della decisione della Magistratura, dopo il sanzionamento nel mese scorso della prigione per animali, a seguito del riscontro di diverse irregolarità.

Da anni le Associazioni si battono per la chiusura dei delfinari e da luglio è attiva in Italia la campagna SOS Delfini, promossa in Europa dalla Born Free Foundation, e, grazie alla quale, dopo settimane di investigazioni, è stata portata alla luce la realtà delle sistematiche violazioni delle norme europee e nazionali.

Le associazioni LAV, Enpa e Marevivo si erano appellate al Sindaco di Rimini affinché non concedesse alcuna eventuale autorizzazione alla creazione di un nuovo delfinario a Rimini.

La struttura è infatti chiusa al pubblico dal mese di agosto, in seguito ad un’indagine svolta dalle associazioni scriventi e ad un’ispezione del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, i cui esiti sono stati depositati presso la competente Procura della Repubblica. Le irregolarità contestate al delfinario dal Servizio Cites del Corpo Forestale hanno comportato sanzioni amministrative per un ammontare fino a 18.000 euro.

Secondo le indagini svolte dalle associazioni nei delfinari, le prescrizioni previste dal Decreto Legislativo 73 del 2005 e del Decreto Ministeriale 469 del 2001 sono continuamente disattese, vi è manipolazione degli animali e contatto diretto con il pubblico, i delfini sono sottoposti a comportamenti innaturali e addestrati attraverso la deprivazione alimentare, non sono presenti le vasche di quarantena, gli animali sono sottoposti a rumori costanti gravemente invasivi quali quelli provocati dai motori delle pompe di filtraggio ed inoltre sono sottoposti ad un livello ed a frequenze di suoni altamente invasivi causati da concerti e manifestazioni ludico-circensi. Si effettuano inoltre pseudo programmi di pet therapy che sono del tutto vietati dalla norma, ignorando così le motivazioni sanitarie e di prevenzione dei potenziali rischi alla base della norma poiché i delfini, nonostante in cattività, sono e restano animali selvatici e molto pericolosi – non sono di certo pet -, sebbene costretti ad essere addestrati per compiacere il pubblico. Non vi e’ inoltre alcuna evidenza scientifica relativa alla efficacia di simili progetti.