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Pronto decreto "salva Riva". Ma l'Ue multerà lo Stato italiano per la gestione Ilva

ilva tarantoDa domani, lo Stato italiano risulterà moroso nei confronti dell’Unione europea per aver violato le direttive sulla Responsabilità ambientale sull’impianto dell’Ilva di Taranto ma, nello stesso tempo, è pronto il decreto “Salva Riva” di Zanonato per consentire agli stabilimenti del Gruppo Riva di riprendere l’attività produttiva.

È infatti pronto per essere esaminato in Consiglio dei Ministri il decreto Zanonato “salva Riva” concernente “ulteriori disposizioni urgenti a tutela di imprese d’interesse strategico nazionale”. “Se avviene un sequestro – ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato – deve avvenire tutelando l’attività produttiva”.

E così la bozza di decreto “Salva Riva” se approvata venerdì in cdm, estenderà il  commissariamento che oggi è in atto per l’Ilva di Taranto anche alle società controllate o collegate ad essa, consentendo alle società del Gruppo Riva (Riva Acciaio spa), sequestrate dal gip Patrizia Todisco, di riprendere le attività. Il nuovo provvedimento è composto da 5 articoli, sarà in vigore dal “giorno stesso della pubblicazione” e avrà anche valore retroattivo, ovvero applicabile e anche “ai sequestri avvenuti “prima di quella data”.

Più nel dettaglio, la norma prevede che i beni sottosesquestro, inclusi titoli, quote azionarie e liquidità “l’organo di nomina giudiziale ne consente l’utilizzo e la gestione agli organi societari esercitando i necessari poteri di vigilanza”. In sostanza Enrico Bondi (ex amministratore delegato della famiglia Riva poi nominato commissario straordinario) dovrà gestire in veste di controllore i 49 milioni di euro bloccati dalla Guardia di finanza di Taranto e redigere i bilanci dell’ilva e delle aziende del gruppo industriale Riva.

La messa in mora dello Stato italiano da parte dell’Ue arriverà , invece, ufficialmente domani dai servizi del commissario Ue responsabile per l’Ambiente Janez Potocnik, ed è stata preparata sulla base delle direttive sulle emissioni degli impianti industriali (Ippc), e sulla Responsabilità ambientale. Già da marzo 2012 è aperta una procedura informativa nei confronti dell’Ilva che ha visto un inteso scambio di corrispondenza e informative tra Italia e Unione, sul caso Ilva.