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Biocarburanti: in Italia, il primo impianto mondiale di bioetanolo di II generazione

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È stato costruito in Italia il più grande stabilimento di produzione di bioetanolo: circa 75 milioni di litri all’anno di bioetanolo di seconda generazione, ottenuto cioè dalla fermentazione delle biomasse zuccherose provenienti da prodotti agricoli residuali, come cereali e vinacce.

È stato inaugurato oggi, a Crescentino (Vercelli), alla presenza del ministro allo Sviluppo Economico Flavio Zanonato e del governatore del Piemonte Roberto Cota, il primo impianto al mondo di produzione di bioetanolo, il componente principale insieme al petrolio delle comuni benzine. La bio-raffineria è unica nel suo genere ed è stata realizzata dalla Beta Renewables, joint venture tra: Biochemtex, società di ingegneria del Gruppo Mossi Ghisolfi, il fondo americano TPGed, il leader mondiale della bio-innovazione, la danese Novozymes.

L’impianto di bioetanolo è il frutto di un investimento di 150 milioni di euro e occupa una superficie di 150 mila metri quadri; con la capacità di immagazzinamento di 20 mila tonnellate di biomasse l’anno. Dal punto di vista energetico, lo stabilimento è totalmente autosufficiente dato che produce 13MW di energia elettrica utilizzando la lignina ed inoltre non produce reflui derivanti dalla produzione industriale, assicurando un riciclo dell’acqua pari al 100%. L’impianto di Crescentino, inoltre, darà lavoro diretto a un centinaio di persone e indiretto a 200.

È stata definita dai produttori come una “green revolution” che, grazie all’innovativa piattaforma tecnologica PROESA (produzione di etanolo da biomassa) consentirà di ottenere alcol etilico da biomasse zuccherose, riducendo le emissioni di gas ad effetto serra. Gli enzimi Cellic prodotti dalla Novozymes, utilizzano gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere alcol, carburanti e altri prodotti chimici, con minori emissioni di gas climalteranti (-90%) rispetto ai biocarburanti di prima generazione e a costi competitivi rispetto alle fonti fossili.

“Gli investitori interessati al bioetanolo di nuova generazione spesso ci chiedono quando la tecnologia sarà pronta per la produzione su scala industriale – ha affermato Guido Ghisolfi, amministratore delegato di Beta Renewables. “La politica ora deve mandare chiari segnali che incoraggino gli investimenti necessari nel settore dei biocarburanti di nuova generazione – ha specificato Peder Holk Nielsen, amministratore delegato di Novozymes – Norme sulla miscelazione stabili e prevedibili, incentivi per la raccolta dei residui agricoli e supporto negli investimenti per i primi impianti di produzione su larga scala aiuterebbero in maniera sostanziale a ridurre i gas serra, a stimolare l’economia e ad assicurare il fabbisogno energetico. Non è più pensabile continuare a fare affidamento sui combustibili fossili“.