“Mille euro al minuto, 660.000 euro al giorno di raccolta fondi e ingresso nel business delle rinnovabili con Greenpeace Energy. Questi i numeri di Greenpeace che si riempie le tasche con i quattrini di ignari cittadini e con le donazioni di petrolieri e signori dell’amianto”.
E’ l’attacco dei lavoratori della centrale Enel “Federico II” nel Comitato Energia Ambiente e Territorio, che ha diffuso una nota, nel giorno dell’inaugurazione della mostra di Greenpeace a Brindisi contro i “danni da carbone”, centrale Enel compresa.
“Greenpeace – aggiungono i lavoratori – organizza mostre fotografiche, si disinteressa dei veri problemi ambientali e sceglie le sue campagne solo sulla base della loro remuneratività. L’Italia è il paese europeo in cui si usa meno carbone, circa il 13%, contro il 41% della Germania, il 33% dell’Inghilterra, il 30% della Danimarca, il 40% degli Stati Uniti, il 51% del Giappone, l’80% di Cina e Australia. Tutti paesi che utilizzano anche il nucleare e producono quote di energia molto più alte dell’Italia. Non si capisce perché, se l’obiettivo di Greenpeace è la difesa dell’ambiente e della salute, l’associazione non considera anche le centrali a carbone dei concorrenti di Enel in Italia e all’estero”.