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Made in Italy taroccato: "Per Natale scegli prodotti italiani"

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Con una crescita del 3% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno aumentano le importazioni in Toscana di prodotti agroalimentari dall’estero, che sono destinati molto spesso a diventare Made in Tuscany.

A denunciarlo è la Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi ai primi nove mesi dell’anno. Il valore degli arrivi di cibo straniero ha raggiunto il 1miliardo 767 milioni di euro. Complessivamente contengono materie prime straniere il 33% dei prodotti agroalimentari venduti nel nostro paese, esportati anche all’estero dopo un “passaggio” all’ombra del paesaggio toscano, con il marchio Made in Italy/Tuscany: gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano, secondo un dossier di Coldiretti, 2 prosciutti su 3 venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Il falso Made in Italy/Tuscany è costato per la zootecnia toscana, in termini di imprese ed occupazione, la chiusura di oltre 38mila allevamenti tra bovini, ovi-caprini ed altri (-79%).

Proprio contro le massicce importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane, Coldiretti ha lanciato alla vigilia delle festività la mobilitazione nazionale “La Battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro delle campagne con controlli dei tir al valico del Brennero, presidi a Reggio Emilia di fronte agli stabilimenti in cui entrano cosce di maiali allevati in Germania e ne escono prosciutti Made in Italy e a Montecitorio con la protesta clamorosa dei “maiali da adottare”.

L’obiettivo dell’azione è smascherare il Made in Italy tarocco-farlocco, aiutare i consumatori a fare scelte di acquisto consapevoli durante il periodo delle festività, primo vero segnale di un desiderio di cambiamento, e sollecitare le Istituzioni a rendere operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli ed alimentari. Buoni segnali vengono, invece, dall’export. Secondo un’analisi di Coldiretti Toscana il valore degli acquisti di cibo prodotto nella nostra regione è aumentato del 5%. Le esportazioni di agroalimentare prodotto nella nostra regione hanno raggiunto, nel terzo trimestre del 2013, 1miliardo 719milioni. Bene l’export verso l’Oriente (+18%), in particolare Cina (+28%). Ottimo il flusso anche negli Stati Uniti (-13%). Positivo il flusso verso l’Europa, che resta l’area economica di riferimento per il nostro agroalimentare (+1%).