"Sono viva grazie alla sperimentazione sugli animali": insulti e minacce per Caterina

Caterina Simonsen

“Grazie a chi mi difende. Ma più che le difese io preferisco le persone razionali che discutono, che si informano e si confrontano”.

Dall’ospedale di Padova Caterina Simonsen, studentessa di Veterinaria a Bologna, interviene così nel dibattito che la riguarda. Un dibattito diventato molto più grande di quanto lei stessa si aspettava. Dopo gli insulti ricevuti perché aveva fatto notare di essere ancora viva grazie alla sperimentazione sugli animali, a lei è arrivata tantissima solidarietà, fra gli altri del segretario del Pd Matteo Renzi e del regista Gabriele Muccino. Dal mondo animalista sono arrivate prese di distanza dagli insulti, ma anche la denuncia di una strumentalizzazione del caso.

Ieri – ha raccontato Caterina via Facebook – va così così. Le giornate in ospedale sono sempre lunghe. Ancora molto stanca e ko. Grazie a chi mi sta difendendo. Anche se più che difese io preferisco le persone razionali che discutono, che si informano e si confrontano contro chi ha pareri opposti razionalmente, poi ben vengano le persone che sostengono quello che sostengo io, ancora di più in questo momento dove non riesco ad essere molto presente“.

Ed ha postato anche un brevissimo video, soprattutto per rassicurare gli amici sulle sue condizioni dopo che qualcuno aveva diffuso notizie false. Caterina è provata per la polmonite che ha complicato il suo quadro clinico, ma riesce a parlare. Ed anche a sorridere.

“Mai offendere, mai augurare brutte cose, riflettere prima di scrivere, verificare l’attendibilità delle fonti. Volevo sottolineare che io in primis mi auguro al più presto che ci siano modelli che sostituiscono in toto la sperimentazione animale, che però oggi sono solo prototipi. E sicuramente 25 anni fa non esistevano neanche. Senza voler creare ulteriore polemica, vi invito tutti alla ragione e a non prendere posizione, che possa essere pro così come contro la sperimentazione animale (usiamo i termini giusti, fa parte dell’informazione, la vivisezione, termine che piace tanto, è illegale) per partito preso senza esservi informati prima”.

Il dottor Andrea Vianello, direttore del reparto di Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda ospedaliera di Padova, conferma che nel caso di Caterina “i test sugli animali sono stati vitali, indispensabili“, e proprio perché si tratta di malattie rare “ci vuole la sperimentazione. E qui il ruolo dell’ università è di assoluto rilievo“. Sulle condizioni della giovane, il medico spiega che “seppure in un contesto complesso, sta un po’ meglio. Non si tratta solo di un’affezione polmonare, ma dell’incidenza di 3-4 altre patologie che ne complicano il decorso“.

L’associazione animalista Aidaa ha intanto annunciato che denuncerà chi ha augurato la morte a Caterina. “E’ nostro interesse come animalisti fare emergere la verità: e cioè che nessun animalista vero è responsabile delle minacce a Caterina per le sue convinzioni sulla sperimentazione animale. Gli insulti provengono da persone non certamente appartenenti al mondo animalista che per sua natura è pacifico ed antifascista”. Il Partito animalista europeo, al quale la stessa Caterina si era rivolta, durante i suoi video, per cercare un’interlocuzione sulle sue posizioni, sostiene però che sul caso si stia facendo ”un’ignobile strumentalizzazione”. Il “caos mediatico” sulle parole della studentessa, secondo il presidente del Pae Stefano Fuccelli, è arrivato “nel preciso momento in cui è in atto una vergognosa azione denigratoria contro il prof.Vannoni e alla vigilia della conferenza stampa organizzata dai genitori di bambini affetti da malattie neuro-degenerative che sostengono la cura compassionevole da lui promossa“.

Intanto l’Agenzia del Farmaco ha accolto la richiesta di Caterina di discutere con tutta la filiera farmaceutica italiana, sotto la vigilanza del Ministero della Salute, la possibilità di mettere sulle confezioni dei farmaci la dicitura: ‘Questo medicinale è stato testato sugli animali secondo le norme vigenti‘, in modo che chi si cura possa fare una scelta consapevole.