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PM10 alle stelle in Veneto: in pericolo la salute dei cittadini

inquinamento autocarriL’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto ha reso noti i primi rilevamenti delle PM10, registrando nel coneglianese tra la notte di domenica 5 e lunedì 6 gennaio 2014 il picco di 267 microgrammi per metro cubo contro il limite di 50 previsto dalla Direttiva Aria 2008/50/CE. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Mentre il Governatore veneto Luca Zaia incitava a gran voce all’illegalità, invitando a disattendere i limiti della Questura di Treviso che aveva semplicemente imposto l’altezza massima di cinque metri ai Panevin, la Marca diventava ancora una volta una camera a gas, esponendo a gravi rischi la salute di tutti, in particolare di bambini ed anziani»

L’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) ha reso noti i primi rilevamenti delle tre centraline trevigiane delle PM10, registrando nel coneglianese tra la notte di domenica 5 e lunedì 6 gennaio 2014 il picco di 267 microgrammi per metro cubo contro il limite di 50 previsto dalla Direttiva Aria 2008/50/CE.

Nella Marca, in particolare nella zona di Conegliano, alle 22 di lunedì 6 gennaio 2014, le centraline dell’ARPAV hanno rilevato 253 microgrammi per metro cubo, fino al record di 267 microgrammi nella notte tra domenica e lunedì. Non è andata meglio a Treviso città, dove le PM10 intorno alle 23 del 6 gennaio hanno toccato i 224 microgrammi, superando i livelli già alti di domenica 5 gennaio, quando si era raggiunta quota 146 microgrammi. I livelli non sono mai scesi sotto la soglia dei 100 microgrammi fino a martedì 7 gennaio, quando si è arrivati a 70-80 microgrammi per metro cubo.

La pessima qualità dell’aria è stata confermata anche dalla stazione di Mansuè nell’Opitergino mottense, dove il picco si è registrato nella notte tra domenica e lunedì con 145 microgrammi. Martedì 7 gennaio, alle 9 la stazione ARPAV rilevava ancora 107 microgrammi per metro cubo.

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Alla luce dei dati emersi nelle ore immediatamente successive all’accensione dei falò dell’Epifania, tra il 5 e il 6 gennaio, è ancora più inaccettabile la presa di posizione del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che per giorni ha invitato i cittadini a trasgredire i limitiimposti dalla Questura di Treviso che aveva semplicemente stabilito un’altezza massima di 5 metri per i Panevin. Siamo costretti a vivere in una camera a gas in violazione della Direttiva Aria 2008/50/UE e siamo sotto procedura d’infrazione con una condanna della Corte di Giustizia UE pronunciata il 19 dicembre 2012. Anche per quelle che sono considerate tradizioni occorre osservare le norme, soprattutto se sono state studiate per tutelare la salute di tutti».

Il Parlamento e la Commissione europei hanno fatto sapere che da studi e ricerche risulta che l’aria avvelenata è causa in Europa di circa 500 mila morti premature ogni anno. «I cittadini si ammalano per la pessima qualità dell’aria che dobbiamo respirare e si muore precocemente per malattie legate ai fattori inquinanti. Spesso in questi falò viene bruciato di tutto. Il fatto che la Questura abbia imposto dei limiti è stato il minimo indispensabile, considerando anche che la Pianura Padana, insieme a aree come Belgio e Olanda, sono tra le zone più inquinate d’Europa».

Oltre alle polveri, non solo PM10 ma anche PM2,5, questi falò liberano nell’aria pericolose quantità di diossina nonché altre sostanze inquinanti a causa della combustione di ingenti quantità di tralci di vite trattati con pesticidi e della grave abitudine di approfittare di tali fuochi per smaltire illecitamente ogni genere di rifiuto.

«Visti gli ennesimi e gravissimi sforamenti registrati, non mi sorprenderei se l’Europa decidesse di prendere provvedimenti –ha concluso Zanoni – Vorrei ricordare che, in base al principio di rivalsa, in caso di sanzioni per violazioni del diritto comunitario è la Regione che non ha osservato la direttiva dell’Europa a pagare. In questo caso, non saranno certo i cittadini a sborsare soldi per rimediare a scelte sbagliate. Zaia stia pronto con il portafoglio, perché potrebbe scattare il danno erariale e il Presidente potrebbe trovarsi a pagare di persona le milionarie multe europee, ancor più dopo aver incitato per giorni pubblicamente i cittadini a violare la legge».