Nasce la prima città commestibile: ortaggi e verdure bio liberi per tutti

In una visione spesso preoccupante del panorama ambientale odierno, talvolta capita di imbattersi in esperienze innovative che sembrano funzionare bene e regalano un po’ di speranza.

È il caso del progetto “Incredible Edible”: vere e proprie oasi agricole all’interno del tessuto urbano dove la collettività coltiva liberamente gli spazi liberi della città e raccogliere frutta e verdura gratuitamente a km 0.

Non si tratta del classico orto urbano dato in concessione dall’amministrazione comunale, diffuso anche nei nostri territori, ma di un nuovo modo di concepire l’ambiente: l’idea, rivoluzionaria, è nata nel 2008 dalla mente di Pamela Warhurst, 62 anni, un’abitante di Todmorden, nello Yorkshire. Pamela ha iniziato coltivando piccoli spazi per poi espandere l’iniziativa non solo nella sua città, ma nel mondo intero (anche in Italia), dove si è diffusa con i più svariati nomi. “Abbiamo cominciato con uno scambio di sementi e poi abbiamo preso un pezzo di terra sulla strada principale e l’abbiamo trasformato in un giardino di erbe” e così è stato fatto per molti altri spazi residui, finché la città si è trasformata in un laboratorio di idee e progetti concatenati e volti alla valorizzazione del territorio.

L’approccio del progetto “Incredible Edible” è semplice ma non per questo meno convincente. La collettività è impegnata a riqualificare e mantenere in ordine tutte le aree verdi all’interno del tessuto edificato attraverso la coltivazione di frutta e ortaggi: dai volontari alle scuole, una serie di azioni inclusive ci avvicinano all’ambiente che ci circonda.

Anche i vantaggi che ne derivano sono notevoli. Non solo i cittadini sono liberi di usufruire dei prodotti coltivati nella loro città a km zero, ma questo genere di intervento permette di risolvere il serio problema del degrado delle porosità urbane e del verde residuale nel tessuto edificato. Il processo di sensibilizzazione genera anche effetti che esulano dal progetto in sé e coinvolgono la stessa economia locale, con investimenti nelle aziende agricole e nei prodotti della zona.

Quella di “Incredible Edible” è una trasformazione rivoluzionaria nella gestione dello spazio cittadino che ha effetti positivi, reinventando il verde urbano e cercando di (ri)dare all’ambiente l’importanza che merita. Un approccio che parte dalla comunità e si avvale del potere delle piccole azioni, puntuali e precise, perché, come dice la stessa Pamela Warhurst, “siamo tutti parte del puzzle locale del cibo e siamo tutti parte della soluzione”.

Noemi Galbiati