Centrale di Civitavecchia: "Fumata nera per il biomonitoraggio"

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Che fine ha fatto il report annuale dell’Enel sul biomonitoraggio della centrale di Civitavecchia? Che fine ha fatto il tavolo tecnico annunciato da mesi e mai riunito?

Il Movimento 5 Stelle lo ha chiesto in una interrogazione a risposta immediata in commissione Ambiente alla Camera. “Quello che abbiamo ottenuto dal sottosegretario all’Ambiente Velo – commentano i deputati pentastellati – è una non risposta. Ancora una volta”.

Enel avrebbe dovuto pubblicare un report annuale dal 2010 in poi in merito ai risultati dei biomonitoraggi eseguiti nel comune di Tarquinia su suolo, piante e prodotti di ortofrutta. “Gli esami sono stati eseguiti solo dopo l’attivazione del ciclo a carbone della centrale – spiega Alberto Zolezzi, deputato del M5S in Commissione e firmatario dell’interrogazione – ma dei risultati per ora nemmeno l’ombra. Ricordiamo che si tratta di avere notizie della presenza di metalli e metalloidi su campioni che hanno rilievo sull’alimentazione e sulla salute umana, si tratta della eventuale presenza in quantitativi eccessivi di cromo, piombo, cadmio. Il Ministero ha riferito che altri esami, quelli sulla biodiversità lichenica, non hanno evidenziato particolari criticità alla valutazione della commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del 7 marzo 2014. Sì, ma dove sono i dati?”.

Non solo: notizia nella notizia è che al tavolo tecnico relativo ai biomonitoraggi nel comune di Tarquinia manca ancora la nomina di un componente, quello individuato da Arsial.

“Auspichiamo – concludono i deputati del M5S della Commissione – che il sindaco, primo custode della salute dei cittadini, si attivi per la pubblicazione dei dati che vaglieremo insieme ai nostri esperti. Questo silenzio fa chiaramente pensare molto male, vista la situazione ormai certificata di danno all’ambiente e alla salute da parte delle centrali a carbone, vedi i recenti casi di Vado Ligure e Porto Tolle e l’esistenza di alternative molto più sostenibili”.