Scandalo a Venezia, Pecoraro Scanio: "Lo dissi fin dall'inizio che il Mose era una scelta sbagliata"

Mose Venezia
Abbiamo intervistato, in merito allo scandalo Mose a Venezia, l’ex ministro dell’Ambiente e attuale docente universitario a Milano e a Roma, Alfonso Pecoraro Scanio, da sempre fervente oppositore di tale sistema, tanto da aver dato vita nel lontano 2006 ad un vero e proprio Mose-day in occasione di un congresso dei Verdi a Fiuggi, dove aveva esposto le sue perplessità alla platea: “La pensiamo come il sindaco di Venezia e tutti i veneziani: il Mose è una scelta sbagliata. Non si possono buttare i soldi dei contribuenti in fondo alla laguna, il governo ci ripensi”.

D. Dopo anni queste inchieste Le danno ragione ?

R. È triste avere ragione vedendo un verminaio di queste proporzioni ma certo sul Mose ed in altri casi fui oggetto di una vera propria aggressione mediatica senza scrupoli solo perché cercavo di fare applicare le leggi, in questo caso quelle sull’impatto ambientale, ed ero indipendente dalle lobby affaristiche che dalle inchieste appaiono allargare i loro tentacoli in tanti settori .

D.Lei pensava davvero a una rete così ramificata ?

R. Certamente vedevo un accanimento su un’opera che anche validi tecnici consideravano quanto meno superata se non proprio un ferro vecchio .
Poi noi capivo come mai insistevano su un progetto tanto costoso e di così difficile manutenzione mentre proprio il comune di Venezia proponeva soluzioni alternative più efficaci per la difesa dall’acqua alta e meno costose senza mega strutture .
Oggi mi sembra di capire che occorreva creare fondi neri per foraggiare singoli e partiti e per questo un’opera doveva costare di più per alimentare questo giro di illegalità .

D. Ricorda la seduta del cosiddetto comitatone dove, nel governo solo Lei e Mussi votaste contro il progetto?

R. Ricordo più incontri ed anche discussioni molto tese in Consiglio dei Ministri perché mentre cercavo di spiegare l’errore di proseguire in questa opera sbagliata si rispondeva che non ci dovevano essere divisioni nel governo a pochi mesi dall’insediamento.
Ma io non potevo e non volevo rinunciare a far valere quello che la legge e la mia coscienza mi dicevano e proprio nel novembre 2006 inviai a Prodi una lettera corredata da una nota del direttore generale che segnalava le irregolarità del Mose come fu riportato anche dalla Nuova Venezia .(http://archivio.eddyburg.it/article/articleview/7722/0/178/)

D. E cosa accadde ?

R. Non mi dettero ascolto, io votai contro e fui attaccato dai media come un ministro del No e partì quella campagna mediatica di denigrazione che puntava a descrivermi come quello del No a tutto e alla sistematica demolizione delle nostre azioni e leggi positive ( feci aprire centinaia di cantieri contro il dissesto idrogeologico, lanciai il solare con il conto energia, finanziai il car sharing, l’efficienza energetica, i parchi nazionali e tanto altro creando decine di migliaia di posti di green jobs,veri posti di lavoro ).

D. Oggi, questa come altre sue affermazioni se mi consente di dire “profetiche” come quelle emerse in merito alla vicenda dei rifiuti campani le danno ragione. Questo la soddisfa?

R. Mi fa certo piacere vedere riconosciuto dai più che tanti ignobili attacchi erano dovuti a lobby scatenate per difendere ingiusti privilegi o peggio ruberie.
Ma sono avvilito nel constatare come proprio contro l’ambiente si siano aggregate tante reti di illegalità ed aggressione al territorio e spero davvero che quello che sta accadendo sia di insegnamento per capire come dietro tante opere inutili ci sia un obiettivo affaristico .
Non vorrei che anche il decreto ‘Sblocca Italia di cui parla il governo altro non sia che un altro intervento di emergenza per rilanciare inceneritori, centrali, rigassificatori, mentre servono le opere di difesa del suolo, le bonifiche di terreni ed edifici a partire da scuole ed ospedali.