Pecoraro Scanio lancia la petizione: "Il Senato blocchi la tortura dei piccoli uccelli"

uccello reti

“Stop alla tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi”  è la petizione lanciata sul portale Change.org da parte dell’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che ha già raccolto quasi 40mila firme in un solo giorno.

D- Onorevole, il 25 febbraio scorso dall’Unione Europea è partita una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uso dei richiami vivi nell’attività venatoria, ci può spiegare nel dettaglio la questione?

R- I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che, dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia, dove però sono catturati con le reti e destinati ad una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Tutto ciò, per essere portati all’esterno durante la stagione venatoria ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come inganno per attirare con il canto i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli.

D- L’Ue ha ripreso dunque una battaglia portata avanti per anni dalle associazioni ambientaliste e animaliste che chiedono di fermare questa pratica crudele…

R- Mi sono impegnato tante volte per arginare la violazione sistematica, soprattutto da parte di alcune regioni delle normative a tutela della fauna selvatica, con deroghe illegittime spesso sanzionate e annullate dall’autorità giudiziaria. Sono stato più volte attaccato e perfino minacciato dalle frange più estremiste del mondo venatorio proprio per il mio impegno a tutela della fauna selvatica e ciò si è accentuato da quando riuscii a varare il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 che, tra l’altro, vietava la caccia nelle aree di particolare interesse ambientale applicando finalmente la direttiva europea. Ogni passo avanti nella difesa degli animali sia contro i maltrattamenti che nella tutela della fauna selvatica, si scontra con una potente lobby trasversale di forze di destra e sinistra e per questo serve una mobilitazione dell’opinione pubblica per sostenere i parlamentari più sensibili.

D- Lei come si pone nei confronti della caccia?

R- Personalmente sono sempre stato contrario alla caccia ma in questo caso si tratta soltanto di proibirne una delle pratiche più crudeli e ormai condannate anche dalla parte più attenta dello stesso mondo venatorio. Stavolta la lettera di messa in mora inviata dal Commissario Ue Ambiente all’Italia, chiarisce che la caccia può essere praticata anche senza l’utilizzo dei richiami vivi, e che il nostro Paese potrebbe pagare delle sanzioni molto pesanti a causa di quelle regioni (attualmente sei) che, nonostante le diverse sentenze che si sono succedute e nonostante il fatto che l’uccellagione (cattura indiscriminata di uccelli) sia di fatto vietata nel nostro Paese come nel resto d’Europa, autorizzano ancora la cattura di decine di migliaia di uccelli, con oltre 170 impianti per la cattura attivi ogni anno (50-60 nella sola Lombardia).

D- Quali sono le alternative proposte dall’Ue?

R- La commissione scrive testualmente: “Vi sono numerose valide alternative alla cattura di uccelli per la cessione ai fini del richiamo mediante reti. Infatti, poiché la cattura di richiami vivi è finalizzata alla caccia delle stesse specie di uccelli, la Commissione considera che la stessa potrebbe avvenire innanzitutto senza l’utilizzo di richiami o per esempio con l’utilizzo di fischietti (richiami a bocca). Infatti, nella maggior parte delle regioni italiane e degli altri Stati Membri, la caccia a tali specie è effettuata, con successo, senza utilizzare richiami vivi (e senza quindi l’uso di mezzi vietati per la loro cattura)”. Di fronte a questa osservazione sembrerebbe ovvio fare una cosa semplice e civile: vietare del tutto la barbarie dei richiami vivi. Invece il governo per correre ai ripari ha inserito nel decreto decreto 91 una norma (l’articolo 16, comma 1) che intende rispondere alle richieste europee, ma in modo blando, lasciando ancora la possibilità di usufruire di deroghe al divieto di cattura e di detenere un certo numero di richiami vivi. È invece il momento di chiudere per sempre questa brutta storia italiana, che il nostro Paese, così bello e ricco di biodiversità e amore per la natura, non merita davvero più, come ha giustamente scritto la Lipu in un’appello al Senato, allegando già le firme di 50.000 italiani.

Per firmare la petizione: https://www.change.org/petitions/stop-tortura-piccoli-uccelli-per-farne-richiami-vivi