Dopo lo zibibbo anche l’arte dei pizzaioli napoletani dovrà diventare patrimonio Unesco

Il via libera all’iscrizione della vite ad alberello di uve Zibibbo caratteristica dell’isola di Pantelleria, in Sicilia, nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità, è un riconoscimento atteso che premia l’Italia.

Ora però appare fondamentale lavorare per far inserire l’arte della pizza napoletana nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell’umanità e tutelarne così l’identità, creando un paradigma chiaro sugli ingredienti da utilizzare e sulle modalità di preparazione del prodotto tanto amato in Italia e all’estero.

L’iniziativa ideata e sostenuta dall’ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, è oggetto anche di una petizione lanciata sulla piattaforma Change.org, insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani  per garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini made in Italy. “Sono molto contento per l’inserimento della vite ad alberello di uve Zibibbo come Patrimonio Unesco. La mia vicinanza alla Sicilia è sempre stata forte, avendo nonni siciliani e nel 2007  ad esempio mi interessai personalmente per l’istituzione del parco nazionale di Pantelleria. Ora c’è bisogno però che anche l’arte unica dei pizzaioli napoletani nel marzo 2015 venga riconosciuta come patrimonio dell’umanità”.

Per approfondire il tema abbiamo intervistato Pierluigi Petrillo, professore associato di diritto comparato all’Universita Unitelma Sapienza di Roma, che ha diretto l’ufficio Unesco del Ministero dell’Ambiente dal 2006 al 2009. Mentre dal 2009 al 2012 è stato direttore dell’ufficio Unesco del Ministero delle Politiche Agricole e in questa veste ho candidato la Dieta Mediterranea, I paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e la Coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, come patrimonio dell’umanita’ Unesco ed è attualmente incaricato del Mipaaf per l’Unesco.

D- Innanzitutto appare doveroso un commento in merito al riconoscimento dello Zibibbo come Patrimonio Unesco.

Il riconoscimento per la coltivazione della vite ad alberello e’ una grande emozione per me: dopo 4 anni di negoziati, trovare l’unanimita’ dei consensi tra i 161 Stati e’ stato un miracolo e la prova che abbiamo lavorato bene. Per la prima volta l’Unesco ha riconosciuto che una pratica agricola e’ patrimonio dell’umanita’: è una soddisfazione incredibile.

D- A che punto siamo con il riconoscimento della pizza come patrimonio Unesco?

L’Unesco riconosce tecniche, pratiche, tradizioni, riti. Per questo 4 anni fa ho coordinato la redazione della candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani nella lista dell’Unesco. La parola “pizza” nel dossier di candidatura non compare, ma è stato invece descritto il valore culturale di una tradizione che specialmente a Napoli si tramanda di padre in figlio.

D- Qual è l’iter che occorre seguire per ottenere il riconoscimento?

La candidatura dell’arte dei pizzaioli napoletani e’ ancora in una fase iniziale. E’ stata iscritta nella tentative list o lista propositiva nazionale su mia proposta. Quando la commissione nazionale Unesco presenterà la candidatura ufficiale da quel momento in poi il dossier sara’ valutato dall’organo di esperti e poi negoziato con i 161 Stati.