In 250mila firmano per inserire l’Arte della Pizza tra i patrimoni dell’Unesco

Saranno presentate il 18 mattina alla Commissione italiana per Unesco le altre decine di migliaia di firme raccolte a sostegno della petizione, lanciata su Change.org da Alfonso Pecoraro Scanio, Coldiretti, Associazione Pizzaiuoli Napoletani e Rossopomodoro, per il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli napoletani nella lista dei beni immateriali.

Anche il Papa, lo scorso 11 marzo, ha benedetto quest’antica arte napoletana e la richiesta di questo inserimento.

Alla consegna delle firme alla sede della Commissione Nazionale Unesco in Piazza Firenze, 27 in Roma interverranno l’onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente e promotore della petizione; Jimmy Ghione, testimonial dell’iniziativa e inviato di Striscia la notizia; Roberto Moncalvo, Presidente della Coldiretti; Sergio Miccù, Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e Nino Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli.

A fine marzo, la Commissione nazionale italiana per Unesco deciderà quali elementi immateriali saranno selezionati per la candidatura nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. La petizione ha ottenuto una mobilitazione record che ha superato ogni aspettativa e ha guadagnato il sostegno, anche a livello internazionale, di celebrità, ministri, politici, diplomatici, comuni, istituzioni e associazioni.

L’iniziativa è stata lanciata anche in vista dell’Expo per difendere le tradizioni artigianali e il Made in Italy dalle falsificazioni e da una globalizzazione omologante. L’esposizione che ha come tema “nutrire il Pianeta” è una grande opportunità per l’Italia. «Sono già previste decine d’iniziative durante l’Expo di Milano – ha dichiarato l’onorevole Alfonso Pecoraro Scanio – per sostenere, con tutti i Paesi del mondo, la candidatura dell’arte dei pizzaioli. Siamo perciò fiduciosi che questa candidatura, in attesa dal 2011 di un sostegno forte e ufficiale della Commissione italiana Unesco, sia votata all’unanimità come riscontro alla mobilitazione di centinaia di migliaia d’italiani».