Turismo dell’eutanasia per gli animali: “Massacro di cani italiani in Svizzera”

Diversi cani italiani sarebbero stati portati in Svizzera per essere soppressi tramite eutanasia.

Martedì è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Governo elvetico sul tema del “turismo dell’eutanasia”.

Non quello umano, bensì quello animale in quanto la legge italiana non permette che animali sani vengano soppressi, “mentre in Svizzera ciò è purtroppo permesso”.

Alcune, forse troppe persone stanche del proprio animale da compagnia si recano dal veterinario per farlo sopprimere, anche se sano. In questi casi, spesso, il veterinario non procede all’eutanasia ma si fa carico personalmente di trovare una nuova casa all’animale “vittima” del proprio umano senza cuore.

La situazione descritta osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” va contro la regolamentazione italiana. Accanto al fenomeno dell’eutanasia clandestina si aggiunge quello dell’aberrante turismo eutanasico in particolare alla vicina Svizzera, per il proprio animale domestico senza che quest’ultimo sia gravemente ammalato, attuato da idioti che pensano che un animale sia una proprietà e non una creatura. E si comporta di conseguenza.

D’altronde è una situazione paradossale: da una parte sembra che cani e gatti ma anche cavalli, orsi, cerbiatti, gabbiani, piccioni, siano al centro della società moderna, con impetuosi moti popolari che a volte sfiorano il grottesco, come le proteste di piazza per l’abbattimento del cane dell’infermiera spagnola malata d’ebola.

Dall’altra parte, invece, oltre ai “consueti” abbandoni estivi, si moltiplicano le richieste di persone disposte a pagare per l’eutanasia al proprio animale domestico perfettamente sano, perché magari non si sa più dove metterlo o semplicemente ci si è stufati di lui.