Stati generali dei cambiamenti climatici: “La conferenza di Pecoraro fu utile, questa è stata una passerella”

Si è svolta a Roma una conferenza dall’ambizioso titolo “Stati generali dei cambiamenti climatici e del dissesto idrogeologico. Verso Parigi 2015”.

Il tutto in poche ore e con una sfilza di ministri e altri interventi”. Ospite illustre la ministra dell’Ambiente francese Ségolène Royal che, nel suo intervento, ha fatto riferimento alla terza rivoluzione industriale di Jeremy Rifkin (consigliere del ministro Pecoraro Scanio nel 2006/2008)

Abbiamo allora chiesto proprio al direttore dell’Ufficio Europeo di Jeremy Rifkin che era presente a questi Stati Generali una sua opinione.

Angelo Consoli, oggi agli Stati Generali sul Cambiamento Climatico del governo italiano, Ségolène Royal ha parlato di Terza Rivoluzione Industriale come orizzonte dei negoziati di Parigi. Sbaglio o nelle politiche energetiche d’Oltralpe c’è lo zampino di Rifkin?  E delle strategie  italiane emerse da questa conferenza invece che ne pensa?
Perchè sono emerse strategie italiane? A me non sembra proprio. Solo i soliti annunci roboanti a lungo termine mentre a breve termine si insiste con i fossili. Renzi dice no al carbone ma sì a gas e petrolio, per coprire la transizione. Ma transizione verso dove? L’Italia sta preparando un futuro energetico sostenibile e solare? C’è un piano di decarbonizzazione del paese? Se oggi se n’è parlato devo essermelo perso.  E poi che orizzonte ha in mente il governo per la transizione? Perché se per coprire la transizione bisogna fare investimenti fossili  per i prossimi 50 anni (per esempio gasdotto TAP e trivellazioni tipo Tempa Rossa in Basilicata o Ombrina mare in Abruzzo) mi pare che stiamo andando ben oltre la transizione, Sono scelte strategiche non di transizione. Rifkin lo spiega molto bene nel suo ultimo libro: stiamo andando verso l’economia a costo marginale zero, gestita da milioni di prosumer (consumatori/produttori) in rete fra di loro.

In Francia sta già succedendo.

In effetti Rifkin e Ségolène Royal, saranno insieme a Parigi per presentare il rapporto Lepage proprio giovedì prossimo. Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente francese e incaricata speciale del Ministro Royal ha elaborato un rapporto su come decarbonizzare la Francia a partire dall’esempio del Nord Pas de Calais, la regione in cui con Rifkin abbiamo elaborato un Master Plan per la transizione rapida verso la Terza Rivoluzione Industriale e che ha già creato 20.000 posti di lavoro in un anno grazie alle rinnovabili distribuite, le costruzioni a energia positiva, le smart grid e l’economia digitale e circolare. A questo modello si ispira la Francia (previsione per il solo Nord Pas de Calais: 270.000 posti di lavoro creati entro il 2050, anno “carbonio Zero” per la regione; per approfondimenti http://www.latroisiemerevolutionindustrielleennordpasdecalais.fr/2014/10/16/150-initiatives-troisieme-revolution-industrielle/). Ecco spiegate le parole della Ministra Royal di oggi.

Allora degli Stati Generali di oggi non salva proprio niente?

No! Salvo certamente l’intervento del Cardinale Peter Turkson che pone il Vaticano in prima linea come punta di diamante delle strategie di sostenibilità ecologica e sociale con l’Enciclica “Laudato si’ “, poi salvo il contributo portato da Mariagrazia Midulla del WWF che ha  giustamente sbattuto il governo di fronte alle proprie contraddizioni, per cui non puoi fare il convertito sulla via di Damasco della sostenibilità solo per compiacere il nuovo corso di Papa Francesco, e ignorare che hai votato provvedimenti che vanno in una direzione opposta, pro fossili e anti rinnovabili come il Decreto spalma incentivi, la tassazione dell’autoconsumo di energia rinnovabile, l’esclusione dei grandi utenti dai benefici dei SEU, il Decreto Sblocca Italia con le sue corsie preferenziali per fossili trivellazioni, inceneritori e gasdotti, e mi fermo qui per carità di Dio.  Poi avrei salvato anche l’intervento di Francesca Rocchi Vicepresidente Nazionale dello Slow Food, che però non conosceremo mai perché il suo contributo è stato scelleratamente depennato senza  preavviso e senza alcuna delicatezza.  Forse perché già sapevano che avrebbe puntato l’indice contro i fossili e le trivellazioni, giudicate assolutamente incompatibili con un modello economico mirante alla sovranità alimentare del nostro territorio.

Sì ma Renzi ha praticamente liquidato il carbone…

Prima di lui lo aveva già liquidato l’ENEL. E’ facile maramaldeggiare contro il carbone adesso che anche l’ENEL ha annunciato la chiusura delle centrali a carbone, anche se non certo per una improvvisamente ritrovata coscienza ecologica ma per ragioni puramente economiche. Infatti le centrali a carbone che ancora garantiscono profitti marginali elevati (Civitavecchia, Brindisi…)  non sono state incluse nel numero di quelle (anti economiche) da chiudere. Renzi dovrebbe trovare il coraggio di fare pace con la logica e la termodinamica. Come? Per esempio ammettendo di essersi sbagliato sugli inceneritori, che lui considera sicuri e necessari, rivelando solo la sua più profonda ignoranza delle leggi della fisica, perché se io brucio i rifiuti non me ne sono liberato. La combustione fa solo cambiare stato alla materia da solido a gassoso. Con conseguenze anche peggiori per l’ambiente e la salute umana. Ah! se la nostra classe politica ogni tanto avesse l’umiltà di ricordarsi che la vecchia cara prima legge della termodinamica non è un’opinione… Invece qui continuiamo a inneggiare all’Enciclica e a incoraggiare energie fossili, combustione, e comportamenti non virtuosi.

Però bisogna dare atto al governo di aver tentato di aprire il confronto in vista di Parigi.

Sì, certo. Il confronto è stato aperto. E immediatamente chiuso. Mezza giornata di passerelle a beneficio dei media compiacenti, mezza giornata di finta discussione con eliminazione quasi fisica di metà degli interventi previsti fra cui, ripeto, quello dello Slow Food che avrebbe destato enorme scalpore e interesse. A lei questo sembra un confronto esauriente e ben organizzato? A me no. Mi dispiace per il Ministro Galletti che è persona degna e di buona volontà ma qui l’unico confronto degno di questo nome che io ricordi è la Conferenza Nazionale sul Clima del 12 e 13 settembre 2007 quello che  organizzò il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio dando vita a una discussione articolata su 2 giorni al centro congressi della FAO nel 2007 e dando modo a tutti di esprimersi compiutamente (la qual cosa non fu molto apprezzata dai monopoli fossili che da allora a Pecoraro l’hanno giurata).  In quella occasione furono presenti le più alte cariche dello stato, dal Presidente Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato, agli organismi internazionali come UNIDO e UNEP, ai leader di tutte le associazioni imprenditoriali e sindacali e ambientaliste (ho detto i leader non le seconde e terze file).  Fu un evento di altissimo profilo, preparato coscienziosamente per oltre un anno con conferenze specifiche sul territorio su singoli temi, e fu una delle prime manifestazioni che io ricordi in diretta streaming con decine di migliaia di partecipanti che e si concluse con documenti impegnativi che prevedevano azioni concrete contro il cambiamento climatico e un piano di adattamento che comprendeva interventi contro il dissesto idrogeologico (poi messi nel dimenticatoio), e perfino il Fondo per Kyoto,  600 milioni di euro capaci di mobilitare miliardi, essendo un fondo di garanzia rotativo, su cui hanno vissuto di rendita tutti i governi successivi. Dalla riunione semi clandestina di oggi, con una lista interventi chiaramente mal pianificata e scritta su un foglio ciclostilato stile anni 70, al massimo uscirà una lista di desideri impossibili giusto per dare la guazza ai veri ambientalisti, (come il Vaticano), e far dimenticare a una opinione pubblica distratta e incline all’amnesia, le orribili strategie energetiche punitive per i comportamenti virtuosi e incoraggianti per le energie fossili del governo più fossile della storia d’Italia.

Dunque lei cosa farebbe se potesse consigliare una strategia al governo in vista di Parigi?

Lo ha spiegato perfettamente Ségolène Royal. Attivare strategie economiche per una transizione rapida verso la terza Rivoluzione Industriale. Energie rinnovabili distribuite gestite da cooperative energetiche in rete fra di loro, edilizia a energia positiva, domotica e sensoristica “made in Italy” per anticipare l’economia digitale, mobilità elettrica e a idrogeno da fonti rinnovabili, smart grid nella logistica i trasporti e il residenziale,  incoraggiamento di comportamenti virtuosi verso una economia della condivisione e della circolarità dove si fa di più con meno, si ricicla la materia tramite circuiti del riuso di filiera corta, si creano i distretti della stampa 3D per una produzione industriale a più alta efficienza energetica e produttiva, farmer market, e incoraggiamento della filiera corta e della sovranità alimentare locale, tutte strategie ad alta intensità di lavoro e a bassa intensità di capitali. Finanziabili anche con il crowd funding e l’azionariato diffuso e popolare. Insomma basta seguire il piano francese di Terza Rivoluzione Industriale. O l’Energie Wende tedesco dove hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro. O almeno l’Enciclica “Laudato si’ “…