Pecoraro

“No Triv, il futuro è nelle rinnovabili”: Pecoraro ottiene l’impegno da Regione e Comune

Si è svolta al circolo Canottieri Napoli nel salone delle coppe la conferenza stampa di lancio della quinta edizione di Mediterraneo da Remare ed è stata anche l’occasione di un doppio debutto.

Il nuovo vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola e del nuovo vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice, entrambi con delega all’Ambiente hanno fatto notare che proprio questa iniziativa sulla difesa del mare era la prima loro uscita pubblica dopo la nomina.

I due hanno poi sottoscritto l’appello promosso da Pecoraro Scanio, Carlin Petrini, Jeremy Rifkin, Roberto Danovaro (Acquario Dorhn ) e altri per per la moratoria delle trivellazioni petrolifere in tutto il bacino del Mediterraneo e hanno consegnato insieme all’ex ministro dell’Ambiente la Targa della fondazione Univerde/Mediterraneo da Remare all’ammiraglio Antonio Basile per i meriti nella difesa dell’ecosistema marina e in occasione dei 150 anni dell’istituzione del Corpo della Capitanerie di porto-guardia costiera.

La campagna a difesa del mediterraneo e per promuovere l’uso di canoe, kayak e vela è stata lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio che da ministro cambiò perfino la denominazione del Ministero dell’Ambiente inserendovi la tutela del mare.

Mediterraneo Da Remare è promosso da fondazione Univerde, Marevivo e centro turistico studentesco con il patrocinio della Guardia Costiera e partner tecnico mediatrade e negli anni scorsi ha già ottenuto che centinaia di stabilimenti balneari si dichiarassero acquascooter Free.

La quinta edizione è concentrata nella mobilitazione No Triv per bloccare le concessioni già date dal governo per ricerche al largo delle coste italiane ma anche quelle nelle campagne come in Irpinia e Sannio. Infatti, Pecoraro Scanio ha invitato anche i rappresentanti di Greenpeace sostenendo il PetrolTour e la raccolta firme NO TRIV.

Onorevole, questo impegno dei due responsabili dell’ambiente per il Comune e la Regione potrà essere utile a frenare la scelta del governo realizzata con lo sbloccaItalia?
Molte regioni dell’Adriatico hanno già impugnato le norme pro trivellazioni dello sblocca Italia davanti alla corte costituzionale. È importante che sia De Luca in un’intervista che Bonavitacola con questa firma si siano impegnati contro questa scelta che io ritengo scellerata e antistorica. Ed è utile anche il sostegno di un grande comune come quello di Napoli.

Fin da quando nel 2007 decidemmo la strategia europea 20/20/20 l’Italia è impegnata a far crescere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Siamo diventati, nonostante i boicottaggi dei governi succeduti a quello di cui ero ministro, il primo Paese al mondo per quota di elettricità prodotta da energia solare. Abbiamo sottoscritto impegni per arrivare fino al 90% di energia da rinnovabili per il 2050. Che senso ha quindi puntare sui combustibili fossili con tutti i gravi rischi ambientali e socioeconomici connessi ?

Allora perché Renzi insiste su questa strada?
Per un misto di arretratezza culturale (il vecchio mito industrialista) e di subalternità alla parte più arretrata delle lobby confindustriali che anche su inceneritori, rifiuti, megaopere guidano la politica del governo in modo plateale.
Ma se le comunità locali saranno determinate questa follia si potrà bloccare a mare e a terra. E parlo anche della follia di trivellare tra i vini doc di Irpinia e Sannio e di incrementare lo scempio già in atto nel Val D’Agri in Basilicata. I cittadini devono poter dire la loro.

Ma quali sono i rischi?
In un mare con lento ricambio di acqua come il Mediterraneo trivellare in profondità è folle. Inoltre il grande traffico di petroliere già ha determinato la massima concentrazione di catrame pelagico al mondo. Ecco perché da anni insisto per una moratoria internazionale delle trivellazioni in tutto il Mediterraneo per studiare la situazione ambientale. Questa può essere la strada per giungere al divieto di perforazioni in tutto questo bacino che è il più delicato ma anche io più turistico del mondo.

Ecco Lei parla anche di rischi per il turismo e per l’economia.
Certo oltre al chiaro danno ambientale che si realizza già solo con le ricerche effettuate con il famigerato ‘airgun’ ovvero i cannoni che sparano aria e distruggono vaste aree di fondali marini, ci sono i gravi pericoli che anche piccoli incidenti possono arrecare al turismo costiero, alla crocieristica (che a fatica inizia a porsi il problema di essere essa stessa più sostenibile) alla piccola pesca. Pensiamo se un disastro come quello della BP nel golfo del Messico accadesse nei nostri mari. Inoltre le risorse petrolifere stimate sotto i nostri mari sono minime e di bassa qualità quindi per un vantaggio limitato e che riguarda prevalentemente le compagnie petrolifere si rischia di danneggiare un ambiente e compromettere tutte le economie costiere. Del resto il No di presidenti centrodestra come quello del Veneto e di quelli di centrosinistra di Marche, Abruzzo,Molise e Puglia per parlare solo della rivolta in corso in Adriatico dimostra che gli Italiani sono nettamente contrari alle trivellazioni come dimostra anche il sondaggio realizzato da IprMarketing con la fondazione Univerde che abbiamo presentato a maggio a Genova a a Slow Fish. Il vicepresidente Bonavitacola ha ricordato di essere stato nel 1987 suo collega di giunta a Salerno prima che Lei diventasse deputato e poi ministro.

Cosa ha provato a ritrovarsi insieme dopo tanti anni?
Ero uno dei primi assessori verdi d’Italia, un ventenne che cercava di imporre i temi dell’ambiente al Sud. Mi prendevano per marziano ma il mio voto servì a mandare la Dc all’opposizione dopo decenni e riuscii ad istituire l’assessorato ad Ambiente e Consumatori, a pedonalizzate il corso, restaurare il lungomare, chiudere il cementificio che ammorbava il centro, aprire il depuratore e rendere di nuovo balneabile il mio mare. E Fulvio era un giovane assessore e mi fu d’aiuto. Inaugurammo insieme la pedonalizzazione del corso allora tanto criticata dai commercianti ma anche da altri colleghi di giunta, oggi ricordata come una delle pietre miliari della rinascita di Salerno.
Ora gli ho chiesto di evitare di perdere oltre 200 milioni di euro di fondi UE che servono per depurare il Golfo di Napoli e di seguire le tante emergenze ambientali con spirito aperto ascoltando i tanti comitati e movimenti che vogliono una rinascita di questa nostra martoriata regione. Ed infine visto che da anni insegno turismo sostenibile nelle università di Milano e Roma ho proposto di puntate ad un piano di rilancio turistico di Napoli e della Campania improntato a una Sostenibilità ambientale effettiva e non solo sulla carta. Potremmo creare decine di migliaia di posti di lavoro soltanto rilanciando davvero il turismo.