“Le Lobby e la parte più fossile del Pd sono scatenate contro i Referendum #NOTRIV”: l’affondo di Pecoraro

Nonostante gli esiti positivi già raggiunti dai Consigli regionali di Basilicata, Puglia, Marche, Molise e Sardegna che hanno deliberato la richiesta di referendum abrogativo dell’art. 35 del decreto sviluppo e dell’art. 38 dello Sblocca Italia, continua la raccolta firme per la petizione: “Salviamo mare e campagne dal petrolio: referendum #notriv”, lanciata su Change.org da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, in sostegno del Coordinamento nazionale No Triv, che in meno di un mese ha raggiunto più di 37.00 adesioni.

In questa settimana decisiva, in tanti hanno rilanciato la petizione attraverso un tweet bombing rivolto ai Presidenti delle Regioni coinvolti nelle votazioni.

Prima del voto nelle Marche, lo scorso 21 settembre, Alfonso Pecoraro Scanio aveva presentato l‘appello proprio a Porto Potenza Picena (MC) durante l’iniziativa: “Mediterraneo da remare No Triv”. Ad aderire i sindaci e gli assessori dei comuni di Potenza Picena, San Benedetto Del Tronto, Civitanova Marche e Slow Food Marche. «L’incontro alla viglia del voto è stato di buon auspicio – dichiara Alfonso Pecoraro Scanio -.

1La Regione Marche, il giorno dopo, il 22 settembre, ha deliberato per il Referendum #notriv proteggendo il fragile ecosistema dell’Adriatico e favorendo l’attività turistica del territorio». Anche in Puglia, prima della delibera favorevole al referendum, l’Ing. Giuseppe Deleonibus del Comitato No Petrolio Bari aveva consegnato al Presidente della Regione, Michele Emiliano, le 37.000 firme raccolte dalla petizione. Lo stesso è accaduto in Sardegna dove a presentare le adesioni al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e al Presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Gannau, sono stati Pietro Caredda e Giorgio Culazzo della delegazione Sardegna Marevivo.

Alle cinque regioni che hanno deliberato le richieste di referendum, non si è unita la Sicilia che non ha ottenuto il quorum. «Ieri nell’assemblea del Consiglio regionale della Sicilia il PD locale – commenta Pecoraro Scanio – , evidentemente richiamato dalle lobby petrolifere, con un voltafaccia senza vergogna, ha bloccato la delibera pro referendum non facendo raggiungere la maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio, necessaria per presentare entro il 30 settembre la richiesta in Cassazione. Le lobby, e la parte più fossile del PD nazionale, sono scatenate contro questi referendum. Bisogna scrivere e controllare la presenza e il voto dei Consiglieri che in tante Regioni, in questi mesi, si sono schierati contro le trivellazioni. Verificare che siano presenti e votino le due delibere con i quesiti referendari per abolire le norme “filo petrolio” del Decreto competitività e dello Sblocca Italia. Le assenze potrebbero servire a non raggiungere il quorum necessario alla validità delle delibere».

Oggi pomeriggio sarà la volta del Consiglio Regionale dell’Abruzzo. Entro il 29 dovrebbero votare anche la Regione Campania, il Veneto, la Liguria, la Calabria, il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. Proprio ieri ai consiglieri del Lazio sono state consegnate le prime 37.000 firme della petizione. Ad accogliere la richiesta sono stati: Riccardo Valentini, Capogruppo del Partito Democratico del Consiglio Regionale del Lazio; Enrico Panunzi, Presidente della commissione Ambiente del Consiglio; Gino De Paolis e Marta Bonafoni, rispettivamente Capogruppo e Consigliere Sinistra Ecologia Libertà e il Capogruppo M5S Lazio, Valentina Corrado, ei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, Silvana Denicolò e Devid Porrello che hanno già depositato lo scorso 14 settembre la proposta di deliberazione.