La strage degli scoiattoli grigi: cresce l’allarme

Nella Regione Umbria sta per entrare nella fase operativa il progetto comunitario Life denominato ”U-Savereds”, che ha come capofila l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale e di cui fanno parte altre realtà istituzionali e private quali: Agenzia Parchi Regione Lazio, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, Istituto Oikos e Legambiente.

Il progetto, che ha una validità quadriennale (2014-2018), prevede l’eradicazione dal territorio dell’ormai famigerato e vituperato scoiattolo grigio (originario dal Nord America) in quanto pregiudicherebbe la sopravvivenza e porterebbe addirittura all’estinzione dello scoiattolo rosso, specie autoctona.

In base a quanto è illustrato nel progetto, la preoccupazione dei “promotori” dello sterminio di massa degli scoiatoli grigi sarebbe la difesa della biodiversità e il timore che gli scoiattoli rossi si estinguano a causa di una specie, quella dei grigi, più resistente più prolifica e inoltre portatrice di un virus letale per i rossi.

Come smentita a quanto sopra, secondo IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) lo status di conservazione dello scoiattolo rosso non sarebbe affatto in pericolo. Per quanto riguarda il paventato contagio in realtà in Italia non esiste alcuna positività al virus in entrambe le specie. Anzi, nel Regno Unito gli scoiattoli rossi ne stanno diventando immuni.

Nonostante questi presupposti tranquillizzanti, il progetto è stato varato e prosegue il suo iter su vari fronti. Tra le iniziative prese spicca una vergognosa lettera indirizzata dalla Regione Umbra ai cittadini che chiede loro di dare libero accesso alle proprietà private per far sì che gli incaricati pubblici vadano a installare trappole per catturare gli scoiattoli grigi che, secondo il protocollo, saranno poi uccisi mediante inalazione di anidride carbonica, anche se nella lettera inviata viene usata una terminologia meno cruenta quale ”rimozione tramite soppressione”.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane disapprova con durezza un progetto di tale brutale crudeltà che peraltro comprende anche sessioni ”educative” sulla “necessità della mattanza” persino nelle scuole, instillando nella giovani menti degli studenti concetti non veritieri e preparando così le nuove generazioni a elaborare pensieri quali la superiorità di una specie nei confronti di un’altra che ci riportano con ribrezzo nel secolo passato.

Un cosa è certa. Il progetto – carneficina si presenta senza dubbio economicamente vantaggioso per gli enti partecipanti ma al contribuente costerà la bellezza di 1.433.241 di euro, che saranno ripartiti in compensi per i professionisti impiegati, materiali, promozione di ”U-Savereds” per convincere il pubblico della sua utilità. Ci sarà persino una app dedicata, con la quale il cittadino dovrebbe segnalare in tempo reale la presenza di uno scoiattolo grigio.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane esorta tutti coloro che riceveranno questa lettera da parte della Regione Umbria a non acconsentire l’accesso a chicchessia per posizionare le gabbie trappole per queste animali all’interno delle proprietà, in nome di un progetto che fa della biodiversità soltanto un opportunità di guadagno.