Pecoraro: “Basta lobby su Ogm, bisogna tutelare l’interesse dell’Italia, degli agricoltori e dei consumatori”

In merito al problema della potenziale diffusione degli Ogm, AmbienteQuotidiano.it ha intervistato l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

Onorevole Alfonso Pecoraro Scanio, recentemente la Senatrice Cattaneo ha preso posizione, ovviamente favorevole, nei confronti della vite OGM. La Senatrice sostiene che da almeno quindici anni la ricerca pubblica italiana su piante geneticamente migliorate è al palo. Governi di destra e di sinistra ci hanno negato la libertà di studiare. Si è impedito, contro la Costituzione, ai nostri ricercatori pubblici di lavorare. Lei cosa risponde? 

Rispondo che non è vero, in quanto non è vero che sia stata impedita la ricerca pubblica su piante OGM (si è lavorato sulla Genomica, sulla MAS, ecc.), ma è stata impedita la ricerca in pieno campo senza l’adozione di quelle azioni volte ad impedire la diffusione del polline OGM nell’ambiente (per le Regioni è stato impossibile definire piani di coesistenza, in quanto la coesistenza è impossibile). Si tratta di un problema importante, poiché in presenza di parentali selvatiche, il polline e le piante OGM potrebbero diffondersi autonomamente nell’ambiente.

La Senatrice afferma anche che le nostre piante tipiche nelle condizioni di campo potrebbero estinguersi a causa dei parassiti. Così le stiamo perdendo. Lei cosa ci dice? 

Dico che è una visione apocalittica della natura, sicuramente non realistica, in quanto il miglioramento genetico convenzionale ha sempre fornito i mezzi per la sopravvivenza delle piante alle situazioni più difficili.

La Senatrice dice che il nostro Paese continua a perdere piante, a coltivare semi ormai deboli, a versare fiumi di denaro per importare mangimi Ogm, ecc. cosa risponde? 

Rispondo che per il nostro Paese le importazioni di carne, latte e mangimi OGM  molto spesso sono inevitabili e sono la contropartita per le nostre esportazioni di prodotti industriali. Per esempio se andassimo ad osservare il flusso di import/export tra Italia e Brasile e/o Argentina, ci accorgeremmo che noi esportiamo in questi Paesi automobili, macchinari, farmaci, ecc. e otteniamo come mezzo di pagamento carne, soia OGM, mais OGM, ecc. ovvero prodotti dell’agricoltura. La nostra agricoltura sta vivendo un grande recupero sulla multifunzionalità e la qualità ma ci sono settori  attualmente molto in crisi e gli agricoltori ha ragione di essere molto arrabbiati, in quanto le importazioni a basso prezzo deprimono il prezzo delle produzioni interne. Ancora una volta per sostenere l’industria si è deciso di sacrificare l’agricoltura.

Pur di sostenere gli OGM la Senatrice afferma che Cisgenesi e Genome Editing sono indispensabili per il futuro di una vitivinicoltura senza trattamenti antiparassitari. Lei cosa ne dice?

Dico che questa è una grande mistificazione della realtà, in quanto sia la Cisgenesi, sia il Genome Editing non sono una strategia idonea a sostenere la nostra vitivinicoltura. Per tanti motivi. In primo luogo è risaputo che  l’inserimento di un gene determina degli effetti sulle altre caratteristiche dell’uva, per cui non siamo di fronte alla stessa uva e, quindi, probabilmente, allo stesso vino. In secondo luogo è risaputo che la resistenza agli insetti e/o alle muffe è temporanea, poiché insetti e muffe, col tempo, maturano una resistenza genetica. Infine, tra le altre cose, il vino è territorio, è paesaggio, è costume, è poesia. Quando, grazie alla Genome Editing  sarà possibile produrre di tutto, ovunque, cosa succederà? Se sarà possibile produrre “Brunello di Montalcino” nella pianura vercellese, o ferrarese, sarà lo stesso Brunello? Non credo proprio! In una cosa concordo con la Senatrice Cattaneo, Cisgenesi e Genome Editing non sono tecnologie diverse dagli OGM, sempre di “taglia e cuci del Dna” si tratta.