Decreto incentivi per l’energia solare: i “soliti” ritardi

Il 2015 è stato un anno nero per le energie rinnovabili.

Secondo il coordinamento Free, la causa di questo rallentamento sta nel ritardo del governo nell’approvazione dei nuovi incentivi alle fonti diverse dal fotovoltaico.

Il decreto doveva essere pronto alla fine del 2014, ma, a quanto pare, è solo nel 2015 che si è trovato un accordo. A risentire il colpo le aziende e gli operatori impegnati nel settore, che sono stati costretti a tentare fortuna all’estero.

«Da una parte il governo italiano, per bocca del ministro Galletti, ha chiesto di limitare a 1,5 gradi (invece che a 2) l’aumento massimo della temperatura terrestre, dall’altro gli imprenditori eolici, geotermici, idroelettrici e da biomasse non possono realizzare gli impianti che questi obiettivi contribuirebbero a raggiungere, perché lo stesso esecutivo non emana da oltre un anno un decreto interministeriale che definisce le date per le aste competitive per la realizzazione di impianti da rinnovabili».

I Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Politiche Agricole hanno trovato un accordo su carta solo a settembre 2015. Testo che attualmente è nelle mani della Commissione europea che deve certificare la compatibilità delle norme, procedimento che potrebbe rallentare ancora di più il via libera al decreto.

I dati Terna relativi al 2015 confermano che in Italia per le rinnovabili c’è stato un calo del 9% rispetto al 2014. Solo dal fotovoltaico arrivano segnali positivi, che è aumentato dell’1,5%, dopo quattro anni di decrescita. Per quanto riguarda l’eolico, invece, dai dati Anev emerge che nel 2015 sono stati installati in Italia solo 295 megawatt. Questi numeri hanno fatto crescere il calo degli occupati nel settore: da circa 37mila occupati nel 2012 a 34mila nel 2013, 30mila nel 2014 e 26mila nel 2015.