I data-center di Microsoft saranno installati nei fondali marini

Per sopperire ai costi elevati dei consumi elettrici e idrici che servono a raffreddare i server, Microsoft sta sperimentando la possibilità di mettere i suoi data center in fondo al mare.

Partito a fine 2014, il progetto si chiama Natick ed è interamente ecosostenibile: i server sono creati con materiale riciclabile e sfruttano l’energia green.

I centri dati forniscono energia a quasi tutto l’universo telematico e contengono migliaia di server che producono moltissimo calore: questa è la ragione per cui, in assenza di una adeguata refrigerazione, possono surriscaldarsi, andando in avaria e rischiando di bloccare milioni di processi essenziali per la vita di tutti i giorni.

Il vantaggio di questo prototipo, oltre al ridotto impatto ambientale, sta nel fatto che i data center sottomarini riescono a servire gli utenti in maniera più veloce, dal momento che il 50% della popolazione mondiale vive entro i 200 km dalle coste.

Non è la prima volta che il colosso di Redmond tenta questa strada: l’anno scorso nel Pacifico ha già avviato un primo progetto, “Leona Philpot”. Con questo secondo prototipo tre volte più grande, gli ingegneri del team ci riprovano e testeranno l’anno prossimo la sua efficacia.

Anche Google e Facebook hanno adottato questo sistema che sfrutta le acque del mare per il raffreddamento dei server: il primo ne ha realizzato uno ad Hamina, in Finlandia, mentre il secondo ha costruito un data center a Lulea, nel Nord della Svezia.