Isola di Budelli: Michael Harte rinuncia all’acquisto del “paradiso rosa”

Dietrofront del magnate neozelandese Michael Harte sull’acquisizione dell’isola di Budelli, perla dell’arcipelago di La Maddalena famosa per la sua spiaggia rosa.

Come riporta il quotidiano “La Nuova Sardegna”, il Ceo di Barclays Bank ha annunciato la sua decisione con una lettera indirizzata al sindaco di La Maddalena Luca Montella.

«Non ci sono le condizioni adeguate per realizzare il piano auspicato di conservazione e ricerca ambientale, la cui utilità è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato», ha scritto il banchiere nella lettera.

Nel 2013 Harte aveva acquistato all’asta il “paradiso rosa” per poco meno di 3 milioni di euro.

Dopo una battaglia legale avvenuta a seguito dell’acquisto dell’isola – oggetto di vincoli strettissimi che di fatto impediscono ogni progetto di costruzione – a dicembre Harte si era preso un periodo di riflessione prima di perfezionare l’acquisto, legato appunto alla possibilità di realizzare o meno i progetti che aveva pensato per salvaguardare la tutela dell’isola disabitata.

«L’incertezza sulla classificazione dell’isola, attualmente riserva integrale, ed il mancato ripristino della tutela parziale che conferma la persistente opposizione del Parco all’approccio alla conservazione di mister Harte – si legge nella lettera al sindaco di La Maddalena riportata dal quotidiano locale sardo – rendono il piano difficilmente sostenibile, facendo venire meno la fiducia di mister Harte nella sua realizzabilità. Quindi non consentono di procedere all’acquisto dell’isola con la necessaria serenità».

La rinuncia del magnate neozelandese «è una vittoria per gli oltre 120.000 cittadini che hanno sostenuto ben due petizioni sul web e per i tanti altri ambientalisti, giuristi, parlamentari e istituzioni sarde che hanno tenuto ferma l’esigenza della tutela integrale di questo gioiello naturale», ha commentato Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente e promotore della petizione #salvabudelli lanciata su change.org.