Costa livornese

Corre alla velocità di 25 metri al giorno la fame di erosione delle coste italiane

Corre alla velocità di 25 metri al giorno – 8 chilometri all’anno – la fame di erosione delle coste italiane: il Rapporto 2016 “Ambiente Italia” di Legambiente sconvolge gli amanti del mare constatando che il 51% dei litorali italiani è stato trasformato, negli ultimi decenni,  in cemento, palazzi e alberghi.

“Con il Silenzio-assenso della Legge Madia rischi aumenteranno – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Servono nuove regole di tutela e riqualificazione edilizia”.

Lo studio di Legambiente prende in considerazione 6.500 chilometri di costa italiana, da Ventimiglia a Trieste più la Sardegna e la Sicilia. Sovrapponendo foto satellitari rilevate in periodi differenti, si evince che 3.300 chilometri di costa sono stati trasformati in modo irreversibile (720 km sono occupati da industrie, porti e infrastrutture, 920 colonizzati da centri urbani), e su quasi 1.700 chilometri ci sono ville e villette (il 25% della linea di costa).

Non solo l’inquinamento, ma anche l’erosione naturale ed il consumo di suolo da parte dell’edilizia sono i principali nemici dei nostri mari e delle nostre coste che, anche a causa dei cambiamenti climatici vedono le spiagge restringersi sempre più nel tempo.

Il versante tirrenico è stato intaccato nella maniera più rilevante e, infatti, meno del 30% delle sue aree rimane oggi libero da costruzioni. Nell’Adriatico la morfologia dal delta del Po al le lagune venete e  dal Conero al Gargano, ha costituito un ostacolo alla cementificazione ma nonostante ciò tra il Molise e il Veneto sono scomparsi dal 1988 ulteriori 42 km di costa (il 6,3%). Il record negativo spetta alla Calabria, dove le trasformazioni interessano più del 65% dei rispettivi paesaggi costieri, su un totale di 798 chilometri sono 523 quelli trasformati da interventi edilizi, anche illegali. Seguono Lazio, Abruzzo e Liguria (63% di coste consumate). Montesilvano, Silvi, Francavilla al Mare Torino di Sangro e Vasto Lido di Ostia, le spiagge di Fiumicino, Santa Marinella e Scaglia, causa consumo di suolo a scopo residenziale. In Liguria, su un totale di 345 km di costa ne sono scomparsi 218; tra le nuove regioni monitorate, invece, la meno virtuosa è la Puglia, dove ben 80 km di costa sono stati cancellati in soli due decenni. In Campania il 50% dei litorali (escluse le isole), pari a 181 km, è stato trasformato da case e palazzi mentre il 24,7% delle spiagge è interessato da fenomeni erosivi. 3.110 sono le infrazioni accertate nel corso del 2015 tra reati inerenti al mare e alla costa in Campania, 8,5 al giorno, 6,6 ogni chilometro, ancora in crescita rispetto al 2014.

La tutela delle coste è tornata di attualità in queste settimane per via della modifica alle procedure di autorizzazione per gli interventi in aree costiere avvenuta con la Legge Madia. Si abolisce infatti il parere paesaggistico autonomo espresso da un Soprintendente per la costruzione  nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico come quelle costiere, sostituendolo con con il silenzio assenso nel caso in cui il parere della Soprintendenza non giunga entro i canonici 90 giorni.

“Con il silenzio/assenso della Legge Madia i rischi per le coste italiane aumenteranno. Se molte minacce per il paesaggio costiero si sono realizzate all’interno di un quadro di vincoli di edificabilità, come quelli introdotti dalla Legge Galasso, è facile immaginare cosa potrà succedere in assenza di una riorganizzazione e di un rafforzamento degli uffici preposti alla gestione dei vincoli – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini.