Come usare una patata per illuminare un’abitazione per 40 giorni

Spesso abbiamo sentito parlare di biocombustibile, di energia elettrica prodotta partire da resti organici o di bioenergia. Tutti questi concetti possono risultare una novità, ma in realtà è da moltissimo tempo che si conoscono alimenti acidi con un grande contenuto di potassio capaci di generare energia elettrica.

In altri approfondimenti vi abbiamo spiegato di come sia possibile addirittura costruire una lampadina con acqua e candeggina, ma quello che vi proponiamo oggi è davvero divertente, o almeno, nessuno potrebbe mai pensarci!

Accendere una lampadina a LED con una patata per ben 40 giorni.

Utilizzare una patata per accendere una lampadina è piuttosto comune, anche se questo processo permette di farla funzionare solo per alcuni secondi, ma oggi grazie a Haim Rabinowitch, dell’Università Ebraica di Gerusalemme, questo processo è stato perfezionato.

Haim Rabinowitch da anni lavora alla creazione di un dispositivo per estrarre l’energia contenuta in tubercoli e assicura che se si cuoce una patata per 8 minuti e si taglia in pezzi è possibile mantenere una lampadina accesa per 40 giorni.

Cosa occorre?

  • n.2 patate piccole grandi tagliate in due
  • n.2 asticelle di rame (possono anche essere monete)
  • n.3 cavetti di rame
  • n.2 asticelle di zinco (possono anche essere chiodi)
  • n.1 lampadina da 1,5v o un orologio che funzioni con un pila piccola

Procedimento.

  1. Arrotola il cavo di rame ad ognuna delle asticelle di rame;
  2. infila una delle due asticelle in una patata;
  3. arrotola il terzo cavo di rame a un’asticella di zinco e infilala in una delle patate;
  4. prendi il cavo dell’asticella di rame e collegalo all’asticella di zinco in modo da collegare le asticelle delle due patate;
  5. infila quest’ultima asticella di zinco nell’altra patata;
  6. prendi le due estremità del cavo di rame non collegate (attenzione a non toccare il rame) e fai contatto con la lampadina;
  7. avrai la luce!

La patata di per sé non produce energia, ma siccome contiene acido ascorbico al contatto con rame e zinco, consente agli elettroni il passaggio da un lato all’altro usando appunto l’acido ascorbico come ponte. Questo fenomeno è conosciuto come reazione “redox”, ed è capace di accendere e mantenere in funzionamento artefatti elettrici.

Perché non utilizziamo le patate per produrre energia?

Secondo Rabinowich, per utilizzare le patate per produrre energia in forma massiva c’è solo bisogno di ricerca e diffusione.

Il ricercatore segnala che ci sono molte persone che mettono in dubbio questo o altri metodi per produrre energia da alimenti (come il biodiesel) affermando che con il problema della fame nel mondo non sarebbe opportuno “sprecare” gli alimenti in questo modo. La risposta del ricercatore è che destinare le patate all’elettricità non incrementerebbe necessariamente  il costo per quelle utilizzate nel campo alimentari, ma potrebbe consetire di diffondere l’elettricità a basso costo in ogni luogo del mondo.

“E’ un’alimentazione a basso voltaggio, per sufficiente a costruire una batteria che potrebbe ricaricare telefoni cellulari o computer portatili dove non arriva la rete elettrica”, spiega Rabinowitch.

Il costo di questo tipo di energia potrebbe essere di 9 dollari per kilowatt-ora, mentre quello di una pila alcalina di tipo AA da 1,5v  può essere 50 volte maggiore.


Importante: Ambiente Quotidiano ha il solo scopo di diffondere l’informazione per aiutare le persone nella ricerca, sviluppo professionale e autonomo. Le istruzioni riportate richiedono la responsabilità personale al fine di garantire condizioni di massima sicurezza. Tutti i procedimenti devono essere realizzati con precauzione e lontano dalla presenza di bambini. Il portale Ambiente Quotidiano non è responsabile delle conseguenze provocate dall’utilizzazione delle informazioni riportate. Le fonti di questo articolo sono: ecocosas.com e labioguia.com.