La Francia cambia rotta e punta sull'energia del mare

normandia mare

La Francia si candida ad essere leader nel settore delle energie rinnovabili e lo fa puntando a sfruttare il flusso delle correnti marine del Canale Inglese.

La Francia è la nazione europea che vanta il 20% dei flussi di marea più consistenti, grazie alla posizione esposta ai mari del nord, ma nello stesso tempo è la nazione che più punta sull’energia nucleare dato che ad oggi il 75% del fabbisogno nazionale di energia proviene dallo sfruttamento dell’atomo.

Ma sembra che il Governo francese abbia ben inteso la possibilità di sfruttare l’energia maremotrice quale fonte potenziale di energia pulita e rinnovabile ed è per questo che al largo della costa della Bretagna, in Francia a Paimpol-Bréahat, è stata inaugurata la prima di quattro grandi turbine di marea che, sfruttando il flusso delle correnti, forniranno energia elettrica al paese.

L’installazione della prima turbina, effettuata già due anni fa, è una prova pilota per valutare l’efficienza della stessa in azione. La costruzione è ad opera della EDF che si occuperà di costruire 4 turbine per la centrale di Paimpol, ciascuna di 16 metri di altezza che verranno montate alla profondità di 35 metri. Il cavo che porterà l’energia elettrica sarà ecocompatibile  e le turbine avranno un buco al centro per consentire il transito dei pesci.

L’operazione avrà un costo totale di 40 milioni di euro e sarà interamente finanziato dalla Comunità europea.

Il piano energetico di Parigi prevede di raggiungere il 23% di energia da fonti rinnovabili sul totale prodotto, ed è per questo che è prevista, come annunciato dal presidente della Repubblica francese Hollande, la costruzione di altre 4 centrali elettriche di marea di cui una a Raz Blanchard, il canale con la più forte corrente marina di tutto il Vecchio Continente.

”La Francia – ha detto Hollande – può diventare il leader europeo nelle energie rinnovabili, ed in particolare nell’energia marina rinnovabile”.

Il cammino è ancora lungo ma si spera in un decisivo cambiamento di rotta rispetto al nucleare.