CANAPAFORUM 2022, cinque giornate dedicate alle innovazioni, al trasferimento di nuove conoscenze e tecniche, alle politiche della Canapa industriale, quindi dal settore alimentare alla Bioedilizia, comprendendo il tema vitale della Canapa terapeutico-medica. Un ampio programma quello che va dal 6 al 10 settembre, Napoli – Complesso Monastico di San Marcellino e Festo, ricco di conferenze, visite ad aziende, corsi di formazione, mostra di prodotti innovativi.
A organizzare CANAPAFORUM 2022 è Federcanapa-Federazione della canapa industriale italiana, in collaborazione con EIHA-Europea Industrial Hemp Association, Fracta Sativa Unicanapa, Legambiente.
L’utilizzo della Canapa nella Bioedilizia rappresenta uno dei cardini di Canapaforum 2022 seguendo le grandi prospettive di sviluppo per le grandi proprietà di isolamento termico di questo materiale naturale, del conseguente risparmio energetico e per l’inserimento negli interventi beneficiati dal famoso Bonus.
Anche in Italia, da Nord a Sud, aumenta il numero di aziende che hanno sviluppato settori specializzati nell’edilizia in canapa. Alcuni esempi: Tecnocanapa del Gruppo Senini di Brescia, Banca della Calce di Bologna, Edilcanapa a Teramo in Abruzzo, Pedone Working di Bisceglie o Messapia Style in Salento.
Situazione descritta anche dal professore architetto Sergio Sabbadini (Anab-Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e Federcanapa) che nel programma di Canapaforum 2022 porterà alla scoperta di materiali e metodi innovativi con visite in cantiere.
Canapa e Bioedilizia: comparto della produzione dei materiali in continua evoluzione
Come da ricerca del partenariato ENEA-Politecnico di Milano nel 2018, aggiornato nel 2022, citata in un suo studio dallo stesso professore architetto Sergio Sabbadini (Anab, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e Federcanapa), in Italia oggi esistono cinque produttori di blocchi in calcecanapulo. Oltre a queste ditte esistono altre aziende che sono importatrici di prodotti stranieri, in particolare dalla Francia, sia per vicinanza che per longevità di brevetti, perché sottoposti nel paese di produzione a certificazioni e rispetto di Regole Professionali.
In questi ultimi quattro anni il numero delle aziende italiane che si occupano di produzione di blocchi in Italia non è aumentato, ma le stesse hanno sviluppato molti più prodotti soprattutto nel campo degli intonaci e delle finiture in cui l’Italia ha sempre avuto un mercato specifico sia in termini di prestazioni che in termini di qualità estetiche.
Il 47% delle aziende italiane produttrici/rivenditrici di prodotti in calcecanapulo, si occupa di blocchi, quindi di preformati per le aziende costruttrici e per i cantieri. Il 12% rappresenta produttori e rivenditori di pannelli in calcecanapulo. Stessa quota per le imprese che producono e vendono intonaci e rivestimenti a spruzzo. Infine, il 29% è dedito alla produzione di Canapa per il settore edilizio.
In edilizia-bioedilizia l’Italia è praticamente all’anno zero nello stabilire molti standard per la Canapa, certificazioni e classificazioni dei vari prodotti e delle buone pratiche garantite in cantiere, ma tra gli operatori del settore qualcosa si muove.
“C’è qualche novità ultima – sottolinea Sabbadini – Le ditte si stanno incontrando perché hanno capito che per essere inseriti nei prezzari e nel Bonus c’è bisogno di una standardizzazione. La criticità forte è su quanto avviene ed è realizzato in cantiere, sulle mescole e sulla posa in opera”.
“Col calcecanapulo non abbiamo quei problemi più ostici legati allo strutturale perché in edilizia tale materiale non viene utilizzato con questo scopo – prosegue l’architetto Sabbadini – Le certificazioni di prodotto sono sufficienti per il mercato, come per i blocchi già preformati all’origine dai produttori. Il punto critico nasce a livello di artigiani specializzati, formati professionalmente, quando si deve dar vita alle mescole leganti-canapulo e procedere poi alla loro applicazione in cantiere. Per questo in Francia hanno fatto una sorta di guida, una lista di regole professionali, l’ecolabel francese di Construire en Chanvre”.
“Sulla formazione, sul lavoro in cantiere, abbiamo agito attraverso le associazioni di settore che di esperienza ne hanno tanta e l’abbiamo fatto come Anab – conclude Sergio Sabbadini – Il problema vero esiste sui parametri. Bisogna cercare di evidenziare che non è solo il calcolo della trasmittanza a incidere sul comfort fornito dal materiale al microclima interno e quindi al risparmio energetico. È poi da definire il confronto con altri materiali, per esempio con pannelli in polistirolo, non sulla qualità di trasmittanza, ma sulla differenza dei comportamenti dopo la messa in opera. Tema altrettanto vasto di cui si dovrebbero occupare ingegneri energetici, il Politecnico e simili”.
A CANAPAFORUM 2022 per la Bioedilizia, venerdì 9 settembre, dalle ore 14 alle 18, appuntamento che prevede la visita al cantiere Vitale in via dei Goti 236 ad Angri (Salerno):
ore 14.00 partenza con pulmino da Complesso monastico San Marcellino e Festo, Napoli;
- 14.45 Introduzione di Rachele Invernizzi;
- 15.00 presentazione cantiere proprietario + Gilberto Barcella (Senini);
- 15.30 dimostrazioni di posa in opera dei blocchi in calcecanapulo, di intonaci e finiture con presentazione dei campioni in calcecanapulo a spruzzo;
- 16.00 professore Formisano: la ricerca universitaria sul tema dell’utilizzo della canapa in edilizia;
- 16.40 panoramica dell’utilizzo della canapa in cantiere e tecnologie attuali e future;
- 17.10 domande, prove del materiale e altro;
- 18.00 rientro a Napoli.
Canapaforum, breve panoramica sugli appuntamenti
(il programma completo è in un file allegato)
Alle ore 9,30 del 6 settembre l’inizio dell’evento, una partenza scandita da due corsi di formazione fondamentali per le potenzialità economiche e scientifiche del mondo Canapa: coordinamento del Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi Federico II, “Canapa a uso alimentare – Metodi di coltivazione, raccolta e post-raccolta, tecniche di estrazione, destinazione di oli, panelli e farine, aspetti normativi, valutazioni economiche”, mentre alle ore 14, “Canapa a uso medico – Aspetti botanici, preparazioni fitoterapiche, regolamentazione e aspetti normativi”.
La prima delle conferenze avrà luogo il 7 settembre alle ore 9, “Canapa Industriale: fibra e Canapulo”, aspetto vitale nel panorama mondiale per quanto riguarda la fibra della pianta, le forti limitatezze italiane nello sviluppo del comparto, i settori strettamente connessi come la Bioedilizia, il tessile, la produzione della carta, i nuovi materiali che interessano anche il campo automobilistico, i metodi di raccolta e sul trattamento delle fibre. Molti gli appuntamenti di approfondimento sulla Canapa industriale in programma fino al 9 settembre.
La Canapa a uso alimentare avrà un suo seguito con la conferenza dell’8 settembre, quindi un focus pieno sul seme e le sue caratteristiche più spiccate e desiderabili, sull’olio di semi di Canapa, i parametri di qualità da osservare per la spremitura del seme ricavando il migliore degli oli, la situazione del mercato anche a livello internazionale, i metodi di coltivazione e di trasformazione più corretti per la coltura della Canapa indirizzata all’uso alimentare e le prospettive di mercato per il CBD-Cannabidiolo negli alimenti.
Vitale e ricca la conferenza del 10 settembre dedicata alla Canapa terapeutica. Tra i punti programmati: la critica situazione sulla fornitura in Italia; andamento del prodotto immesso sul mercato per primo in Italia, a base di un estratto ad alto titolo in THC; distribuzione in farmacie ospedaliere o territoriali prima non in grado di fare estrazioni; nuove genetiche e metodi per la produzione da inserire nel mercato; quadro europeo e mondiale sull’uso della Cannabis Medica; status nella preparazione dell’olio di Cannabis Medica in farmacie territoriali e/o ospedaliere; aggiornamento sull’impiego nei casi di Fibromialgia; presentazione di studi internazionali e italiani.
Il mondo europeo e globale della Canapa
Secondo la ricerca del “The European Cannabis Report”, nel solo mercato del Vecchio Continente le previsioni di crescita del fatturato da qui al 2026 per la Canapa a uso medico-farmaceutico indicano una cifra pari a 58 miliardi di euro. Un’enormità.
Per la Canapa industriale la produzione sta riemergendo come industria globale riportandosi al dato storico quando era una delle principali industrie tradizionali in molte parti del mondo.
Il tessile, i nuovi materiali/bioplastiche/compositi, il settore alimentare/nutraceutica/bevande, la bioedilizia, la cosmesi, i mangimi animali, i biocarburanti, tutti questi, in diverse modalità, sono tra i protagonisti maggiori del settore nello sviluppo e nella crescita della ricerca scientifica oltre che tecnica.
Francia e Paesi bassi hanno sempre – e da tempo – guidato la canapicoltura e le sue applicazioni industriali. Negli ultimi anni molti altri attori stanno emergendo in Europa, a cominciare dall’Est, ma sta arrivando la grande concorrenza asiatica, in primis dalla Cina che sta sfidando il primato del Nord America (Canada e Stati Uniti). Australia e Nuova Zelanda sono realtà di primo piano nella Canapa per l’emisfero australe.
I vantaggi della canapicoltura sono ben noti. Solo per citarne alcuni, dal ridottissimo fabbisogno d’acqua fino all’assenza di irrigazione – argomento di grande attualità -, alla resistenza rispetto al cambiamento climatico, passando per l’elevato assorbimento di CO2 da parte delle piante, dalla possibilità che la Canapa ha di rigenerare e di decontaminare terreni, dal fabbisogno ridottissimo (ove mai servisse) di prodotti chimici e dalla capacità di prosperare in terreni inutilizzabili per altre colture.