Riapre la stagione venatoria: le proteste dell'Enpa

Domenica 15 settembre al via l’apertura generale della stagione venatoria e ben poco, purtroppo, sembra cambiare nel nostro Paese. Infatti, saranno decine di milioni gli animali che verranno sterminati solo per un crudele gioco. Mentre cresce l’ostilità degli italiani nei confronti di una pratica che sfocia spesso nell’illegalità, favorita dall’assenza di controlli. Un’illegalità che riguarda anche i calendari venatori emanati dalle Regioni, che, in violazione sia della direttiva europea “Uccelli”, sia della stessa legge nazionale 157/92, permettono gli spari durante le fasi più delicate della vita dell’avifauna, cioè durante la fase di migrazione pre-nuziale, di nidificazione, di riproduzione e dipendenza dei piccoli dai genitori. Una illegalità conclamata e arrogante che rischia di farci condannare nuovamente dall’Europa“.

Queste le parole con cui l‘Enpa commenta il via alla nuova stagione di spari.

Infatti, secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Interno in risposta ad una interrogazione parlamentare, dati certi parlano ancora di una relativa stabilità del numero dei cacciatori che si attestano sull’1% della popolazione. Del resto, sono numerose le preoccupazioni dei cacciatori per il calo numerico denunciato dalle stesse associazioni venatorie e sottolineato non solo da molte interrogazioni regionali ma anche da altrettante fonti di stampa. La caccia, lentamente, malgrado ogni tentativo di riportarla in auge anche tra gli italiani, si avvicina in modo inesorabile all’estinzione che l’Enpa si augura avvenga il più velocemente possibile.

Secondo l’Enpa ogni anno vengono feriti e spesso uccisi anche esseri umani oltre ad animali d’affezione come cani e gatti, i cacciatori sono ancora gli unici a poter entrare nei fondi privati grazie alla sopravvivenza dell’articolo 842 del codice civile, di cui da anni si chiede l’abolizione. Esistono poi risvolti ben più nascosti come l’abbandono dei cani da caccia, fenomeno che riempie i canili o la loro reclusione in box angusti durante i mesi in cui la caccia e vietata, come hanno denunciato spesso le stesse Guardie Zoofile dell’Enpa. Per non parlare poi del bracconaggio, denunciato anche in recenti conferenze internazionali, per cui si parla di un vero “caso Italia”.

Gli italiani si continuano a chiedere perché i cacciatori, che pure si ergono a difensori dell’ambiente e della natura, continuano a voler uccidere per “divertimento” specie – ben 19 – le cui popolazioni sono particolarmente in crisi, in Italia come all’estero, al punto che l’Europa stessa ci chiede di sospenderne il “prelievo”. L’Enpa rivolge questa stessa domanda al Governo, facendo appello al rispetto delle regole comunitarie, al rispetto dei pareri scientifici, all’assoluta necessità di tutela di una biodiversità sempre più impoverita e devastata nei suoi habitat” conclude l’Enpa.